La barzelletta del leghista Pillon che accusa i gay di essere razzisti
Il senatore Simone Pillon appare alquanto ridicolo mentre sbraita istericamente che i gay sarebbero dei razzisti perché in un singolo locale gay un singolo uomo di colore sarebbe stato trattato come avrebbero fatto i leghisti.
Tirando in ballo il ddl Zan e ostentando la sua abitudine nell'incolpare interi gruppi sociali per i gesti di un singolo secondo i peggiori metodi fascisti, il leghista scrive:
La filastrocca recitata da Pillon è la solita lagna alla Carlotta toschi volta a sostenere che lui debba poter essere malvagio in quanto esponente del partito dei sequestratori di esseri umani, ma chi non vuole essere discriminato dovrebbe essere tollerante con gli intolleranti.
Ovviamente pare che il ricco leghista ritenga che i suoi ventimila euro mensili di stipendio pubblico (che si intasca 0er produrre post quotidiani di incitamento all'odio) non siano abbastanza per leggere gli articoli e appurare i fatti. Infatti pare che il senatore non abbia tenuto conto di quanto riportato nell'articolo da lui citato:
Dura, sull'altro fronte, la presa di posizione del titolare del locale, che nega "assolutamente di aver pronunciato una tale frase" e racconta l'origine della discussione. "Quel ragazzo era stravaccato a un tavolino del dehors, con i piedi sulla sedia - racconta Bonsignore - Quando mi sono avvicinato per chiedergli che cosa ordinasse l'ho anche rimproverato per il suo atteggiamento, chiedendogli di ricomporsi. Visto che non voleva consumare nulla, l'ho invitato ad allontanarsi e me ne sono tornato verso il bar, oltre la strada. Ma lui mi ha seguito, dandomi del razzista e tenendomi per un polso. Io non ho reagito e siamo stati così a discutere fino a quando non è arrivata la polizia".
Da buon leghista dedito alla propaganda do odio, il leghista ha deciso che lui crede a ciò che gli fa più comodo e cerca di istigare odio contro interi gruppi sociali. E magari cita il ddl Zan che prevedrebbe le stesse tutele di cui gode il ragazzo che lui ha usato per incitare odio, dimostrando quanta malafede giunga dalla bocca di un avvocato che fa finta di non essere in grado di comprendere semplici norme giuridiche.
Pare evidente che il suo gine sia quello di incitare personaggi alla Attilio Negrini a mostrarsi come gli omofobi che nel suo nome si divertono a scrivere insulti e firmare battute omofobe di pessimo gusto:
Negrini è proprio certo che i miserabili non siano lui e il suo amichetto? E vogliamo parlare di quale sia il chiodo fisso di questi soggetti?