Adinolfi elogia quanti votarono contro il divorzio nel 1970: «Erano l'Italia migliore»

Mario Adinolfi è impegnato da ore ad urlare che lui avrebbe voluto una legge che obbligasse la sua prima moglie a dover restare con lui, praticamente dicendo alle sue figlie che lui considera la loro nascita come un qualcosa che lui avrebbe volentieri evitato se solo il popolo italiano non avesse deciso di approvare quel divorzio di cui lui ha beneficiato:

L'impressione è che Adinolfi cerchi qualsiasi pretesto possa far fare parlare di sé. Non importa come, purché se ne parli. E dato che ha suscitato orrore il suo sostenere che il matrimonio vada trasformato in una prigione, ecco che lui non parla d'altro. Ricorda con nostalgia quando le donne vittima di violenza e non poteva dirlo perché doveva proteggere la reputazione della famiglia. Quando il marito tradiva e la donna doveva subire, perché se fosse stata scoperta a fare lo stesso, ci sarebbe stato il delitto d'onore. Ed ovviamente si inventa persino che sarebbe per i bambini che lui lui costringerebbe dei minori a vivere con genitori che si odiano.
Ora attendiamo elogi i 10.719.284 italiani che votarono per la monarchia.
Cercando di fare vittimismo come sua abitudine, l'uomo che fallì nel tentativo di proporsi come segretario del Pd e che ora si allea con l'ex segretario di CasaPound scrive:

Al solito, tenta di sostenere che lui avrebbe il "diritto" di attaccare i diritti altrui, lamentandosi di chi esercita il proprio diritto di critica contro di lui. E se lui può cambiare idea come vuole, ciò non significa che possa pretendere di imporli agli altri. Anche perché, negando il diritto al divorzio, negherebbe agli italiani il diritto di poter cambiare idea sul coniuge.
Inoltre nessuno gli vieta di mollare la sua seconda moglie, di abbandonare le figlie di quest'ultima e di cercare di riposarsi la prima moglie. Ma diverso è il suo pretendere che Totti debba essere obbligato a restare con la Blasi solo perché lo vuole lui.