Giorgia Meloni punta sul vittimismo, inventandosi fantomatiche "minacce"


Non ci risulta che Giorgia Meloni prenda le distanze ogni volta che i membri del suo partito fanno il saluto fascista, oppure quando qualcuno di destra disegna le svastiche sopra i cartelloni dei candidati di sinistra.
E se è pur vero che la destra ama fare vittimismo, non si capace perché il signor Rampelli pretenda che gli altri si assumano la responsabilità di chi contrastarlo il fascismo quando lui si guarda bene dal condannarlo. Eppure lui scive:



Non sarà che chi semina vento raccoglie tempesta? E perché la signora non vede odio quando sono i fascisti a minacciare i cittadini per bene? E poi le minacce, quelle vere, sono una cosa seria, non un qualcosa da inventarsi a fronte di quelle che sono palesi prese in giro a quei quattro militanti che erano lì a candeggiare l'elezione di una signora di estrema destra.

Immancabilmente è arrivato anche il solito Giorgio La Porta a tirare in ballo i gay. Peccato che sia stata la sua Meloni ad affossare il ddl Zan dicendo che l'odio sarebbe "diritto di opinione", ma forse era sottointeso che lei difendeva solo chi insulta i gay e magari li picchia pure:



Ed è fantastico che questa abbia spaccato il Paese in fazioni e poi si lamentino di come ne esista una a loro contraria.
Inoltre pare esserci differenza tea chi si scaglia contro gli omosessuali o gli stranieri solo per quello che sono da chi si scaglia contro chi manifesta una ideologia che mira ad imporre omofobia e razzismo e a cancellare i diritti e le liberta.
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