L'Ordine manda Massimo Gandolfini ad insegnare ai giornalisti come parlare di persone trans


Siamo oltre il ridicolo. Nel piano di corsi di aggiornamento obbligatorio per tutti gli iscritti, l'Ordine Nazionale dei Giornalisti ha invitato Massimo Gandolfini ad insegnare ai giornalisti come parlare di persone trans* in modo rispettoso.
L'incontro si sarebbe dovuto tenere a Brescia il 23 settembre prossimo, promettendo di offrire “una informazione qualificata ai giornalisti relativamente alla disforia di genere”. Ma pare improbabile che a garantire “una informazione qualificata” potesse essere il leader del Family Day, nonché candidato di Fratelli d'Italia, che da anni di batte per la discriminazione delle persone lgbt. Ed è solo dopo la denuncia di Simone Alliva dalle pagine de l’Espresso che quella indecenza è stata cancellata.

Nel 2019 Gandolfini è stato condannato dal Tribunale di Verona per aver dichiarato che tra le 58 identità di genere approvate da Arcigay vi fosse anche la pedofilia. Ha pure sostenuto che bisognasse «spingere all'eterosessualità» i gay per evitare che l'odio omofobico potesse spingerli al suicidio o che «l’omosessualità è un disagio identitario», «l’intersessualità non esiste» e «parlare di cambio di sesso è assurdo» in quanto «operazioni di camouflage» . Per lui, il «transgender è sostanzialmente un movimento filosofico, culturale e politico e porta avanti l’idea, l’assioma della ideologia gender, cioè un soggetto appartiene a un determinato sesso biologico, maschio o femmina, ma il genere non è strettamente collegato e interdipendente con la identità sessuata».
Fatti alla mano, sarebbe stato meno assurdo invitare un nazista a parlare di rispetto verso gli ebrei.
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