Pillon organizza in Senato l'ennesimo comizio anti-gay di Provita Onlus


Ancora una volta la Lega ha aperto le porte del Senato ad un comizio dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, atto a diffondere la bufala "gender" come strumento di legittimazione all'odio omotransfobico.
Sotto lo sguardo compiaciuto del senatore leghista Simone Pillon, i soliti Jacopo Coghe e Francesca Romana Poleggi hanno potuto organizzare questa roba qui:



Nella loro neolingua, il termine "libertà educativa" riguarderebbe il loro pretendere che il genitore omofobo non sia ostacolato nella corruzione alla discriminazione dei propri figli, il "gender" è una truffa ideologica che agitano contro i diritti delle persone lgbt mentre la "carriera alias" è una forma di rispetto verso gli studenti lgbt che loro vorrebbero abolire per garantire la loro discriminazione nella scuola.

L'organizzazione sostiene che il loro presunto "sondaggio" avrebbe dimostrato che "gli italiani sono contrari al gender nella scuola". Peccato che la stessa Giorgia Meloni abbia ammesso che nessuno sappia definire diamine dovrebbe essere quel fantomatico "gender" che è stato teorizzato da un sacerdote indagato per abusi sessuali. Ciononostante, Provita Onlus sostiene che il 49% della popolazione italiana sappia con esattezza cosa sarebbe quel fantomatico «gender» che la leader di Fratelli d'Italia dichiara di non sapere cosa sia:



E dunque fa ridere che dicano di aver chiesto a qualcuno se erano contrari ad un qualcosa di indefinito, dicendo che il loro campione di riferimento avrebbe saputo di che cosa si stesse parlando. Ed ovviamente giurano che loro avrebbero spiegato ai loro intervistati che cosa l'estrema destra intenda con il termine "ideologia gender" che dicono che il 48% degli italiani sia contrario alle "ideologie" che loro condannano. Peccato che non dicano come avrebbero "spiegato" ai loro intervistati per il loro voto.

Parlando di donne transgender nei termini di "uomini che si perquisiscono come donne", assicurano che gli italiani non vogliano persone transgender nello sport e nei bagni. E se Jacopo Coghe si è inventato che sarebbe "dato di fatto" che le donne transgender sarebbero avvantaggiate "per dato biologico" nonostante la scienza dica il contrario, la signora Romana Poleggi si è messa a dire che "all'estero, con la scusa di presentarsi come uomini che si percepiscono donne, dei maschi abusano delle ragazzine negli spogliatoi".





Coghe si è poi lanciato nel sostenere che l'omosessualità andrebbe ritenuta un "tema etico" e che i genitori dovrebbero poter indottrinare i figli all'omofobia, asserendo che il suo "sondaggio" confermerebbero che tutti gli italiani la penserebbero come loro.

Passano poi a sostenere che gli italiani vogliano che si specifichi quale genitore abbia un pene, infischiandosene di tutti quegli studenti che vivono con zii, tutori o persone che non abbiano legami biologici con loro:



Coghe inizia poi a dire che loro ritengono «,inaccettabile» la carriera alias, asserendo che «è un abuso amministrativo che non rispetta la scienza» perché si affiderebbe «al sentimento del singolo» contro la sua «identità biologica». E ovviamente giura che condizionerebbe gli adolescenti «potrebbe indurre i ragazzi a cambiare sesso» e «non rispetta le famiglie» che non accettano l'identità dei figli. Si lamentano poi che i dipendenti non potrebbero discriminare gli studenti lgbt perché costituirebbe discriminazione:



Provita Onlus passa poi a proporre che le persone che non manifestassero un'identità di genere coerente con il sesso biologico sia mandato da degli psicologi che cerchino di "curare" la loro identità di genere:



La Poleggi passa poi a sostenere che «la verità non è molto democratica. La verità è che la carriera alias è il primo passo della transizione di genere ed è un qualcosa che può fare molto male ai ragazzini» perché «c'è la spinta della lobby transgender di far passare questa ideologia nella nostra scuola».
Si inventa poi che il Regno Unito avrebbe chiuso una clinica sulla transizione di genere perché «i ragazzini si sarebbero lamentati perché li avrebbero mutilati». E si inventa pure che chi cambia sesso vorrebbe poi tornare alla «al sesso che la natura gli ha dato» ma nessuno lo direbbe perché quelle persone «verrebbe perseguitate».
Sostenendo che bisognerebbe vietato di cambiare sesso perché qualcuno ha fatto quella scelta e se n'è pentito, la signora Poleggi si è pure lanciata nel sostenere che «i ragazzini vengono indotti, qualunque problema manifestano, alla disforia di genere» o che «alle ragazzine di 11 anni si dice che si sentono disagio nel loro corpo perché dovrebbero essere maschi». Giura che i medici suggerirebbero ai ragazzini di minacciare il suicidio se i genitori non li accettano.

Pillon ha poi parlato di «invasione ideologica», vantandosi di aver affossato il ddl Zan contro i crimini d'odio. Pillon ha ovviamente giurato che lui vedrebbe «lobby gay» nell'unico Paese occidentale a non avere una legge contro l'omofobia ea negare i matrimoni egualitari. Chiede poi di «intervenire» contro i ragazzi che chiedono di cambiare sesso, asserendo che in Italia bisogna «lavorare» per garantire che ci si possa rifiutare di accettare l'esistenza delle persone trans.
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