Adinolfi esulta per la sospensione di don Giulio e chiede punizioni per chi lo sostiene


Come prevedibile, Mario Adinolfi ha elogiato la diocesi di La Spezia per aver cacciato don Giulio in quanto accusato di non essere omofobo e di essere favorevole alla libertà di scelta dei malati terminali.
Invitato da Canale 5 a rappresentare gli omofobi d'Italia, è con la sua consueta violenza che il pokerista si è messo a strillare che i fedeli non devono poterlo difendere perché lui crede nella dittatura e pensa che la Chiesa debba usare strumenti dittatoriali per tutelare il proprio potere temporale. E così, lui si dice certo che vada costretto al silenzio chi preferisce Gesù ad Orban.



Tra i commenti, Adinolfi plaude a chi sostiene che chi non predica la discriminazione dei gay sarebbe «fuori di testa» e che bisognerebbe punire i parrocchiani che osano sostenerlo:



Il riferimento è a quanto avvenne provincia di Treviso nel 1966, quando l'allora parroco di Sarmede, don Giuseppe Faè, morì dopo un apostolato durato quasi quarant'anni. Tutti i parrocchiani speravano che il suo successore sarebbe stato il cappellano don Antonio Botteon, ma l'allora vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani, nominò come curato Don Giovanni Gava.
I parrocchiani formarono un comitato per far restare Botteon, ma il vescovo ribadì che non spettava ai parrocchiani la scelta del curato. Il paese si divise in due fazioni, una che voleva far restare don Botteon e una che non voleva proseguire la ribellione contro il vescovo.
Quando Varnier arrivò a Montaner il 12 settembre 1967, molti abitanti si riversarono in piazza. Nel pomeriggio arrivò il vescovo con il vicequestore di Treviso, polizia e carabinieri. Albino Luciani entrò in chiesa, prelevò le ostie consacrate dal tabernacolo e andò via dopo aver lanciato l'interdetto contro la parrocchia: da quel momento in poi nessun sacerdote vi avrebbe più potuto celebrare funzioni o amministrare i sacramenti, pena la sospensione.
I montaneresi decisero così uno scisma e passarono alla Chiesa Ortodossa. La sera del 26 dicembre 1967 venne celebrata a Montaner la prima messa secondo il rito bizantino da padre Evloghios Hessle.

Non sappiamo se Adinolfi speri che chi non è contro i gay si consacri a quel Kirill che invita ad uccidere chi non è omofobo, ma chiara è la sua teoria per cui andrebbe impedita la libertà di pensiero e di opinione quando qualcuno promuove quella discriminazione su cui lui basa il suo fatturato.
E chissà su quali basi dica che il cristianesimo si fonderebbe sull'obbedienza ai sacerdoti omofobi quando fu proprio Gesù a cacciarli dal tempio?
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