Adinolfi riparte dall'omofobia per chiedere un regime che obblighi tutti a fare ciò che dice lui


Mario Adinolfi pare nutrire uno sconfinato odio verso la democrazia, il che darebbe anche una chiara spiegazione del suo sconfinato amore per Putin.
Dato che la promozione dell'omofobia resta il core-busness, anche oggi è tornato a urlare che lui esige si ritenga «sbagliato» permettere a due gay di poter godere in minima parte dei suoi privilegi da da maschio eterosessuale bianco con due mogli. Il fine? chiedere che si imponga un bel regime in stile talebano in cui ogni singolo cittadino venga costretto con la forza a fare ciò che dice lui:



Partendo dalla sua avversione per i gay, il fondamentalista romano sostiene che le destre non dovrebbero fare compromessi con la società civile, dato che lui vorrebbe che fosse imposta con la forza ogni sua pretesa: che si tratti di torturare i malati terminali contro la loro volontà o che si tratti di finanziare stupri minorili in cambio di sconto in bolletta. E dato che lui parte dal presupporre che l'altro sia sbagliato a prescindere poiché lui ritiene di essere stato chiamato a ricoprire il ruolo giudice supremo delle vite altrui, per lui diventa facile sbraitare che tutti andrebbero essere costretti ad obbedirgli.
E come Putin ci insegna, il dittatore non gradisce che si possano cercare compromessi con il pensiero degli altri, dato che argomentare un'idea è molto più difficile che imporla con la forza. E così lui vuole leggi che vietino la libertà di scelta delle donne, che infliggano torture ai malati e che garantiscano la discriminazione di chi non è espressione dei suoi pruriti sessuali.
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