Armenia. I genitori non accettavano la loro relazione, coppia gay si lancia da un ponte


Hanno postato suoi social le ultime foto insieme, scrivendo “Happy end”. Poi si sono gettati da un ponte di Yerevan, in Armenia.
Sono morti così Arsen e Tigran, una giovane coppia gay che aveva genitori incapaci di accettare la loro relazione in un Paese ostile ai diritti lgbt.

Davanti a fatti simili, viene da pensare anche a chi incita i genitori a spingere i propri figli al suicidio, magari raccontandosi che loro promuovono omofobia perchè vogliono "difendere i bambini". Pensiamo al nuovo ministro alle pari opportunità che va in giro a dire che chi non fa sesso con una donna non merita diritti civili o a quel Jacopo Coghe che cerca di spacciare l'odio omofobico per "diritto educativo". Oppure c'è il pastore Carollo che si dichiara "perseguitato" da chi contesta il suo invitare i genitori a non accettare figli gay e le loro relazioni, esattamente come hanno fatto i genitori di Arsen e Tigran. Forse non avranno responsabilità dirette con la morte dei due ragazzi, ma appare evidente che sarebbe folle pensarli innocenti. L'omofobia uccide e chi spaccia i reati d'odio per una fantomatica "libertà di opinione" è complice e responsabile di quelle morti.
A tutti gli Arsen e Tigran del mondo vogliamo dire che non sono soli e non sono sbagliati. Nessuno dovrebbe essere costretto a rinunciare a vivere solo perché l'Adinolfi di turno sostiene di essere migliore di loro sulla base delle sue pulsioni sessuali.

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