Adinolfi invitato da Giletti a sostenere la sua crociata contro OnlyFans: «Un orrore, il male della società»


Mario Adinolfi ha diffuso in rete fotografie delle sue figlie minorenni in bikini o nude, dichiarando che lui si dice certo che sua figlia Livia avrebbe abbandonato gli studi e si sarebbe prostituita se la prostituzione fosse stata legalizzata. E quando intervistò Cicciolina (peraltro chiedendole di mentire per fargli ottenere visibilità mediatica), il suo ansimare eccitato pareva far pensare che conoscesse un po' troppo bene la carriera dell'attrice per soli adulti.
Ora che si è riciclato come il no-vax omofobo ed amico dei russi che difende chi indossa magliette fasciste nella prima serata di Rai 1, parrebbe cercare visibilità andando in televisione a dire che lui esige la chiusura di OnlyFans perché lui sostiene rappresenti «un orrore, il male della società».
Peccato che qualcun potrebbe pensare che a rappresentare il "male" siano le vittime nel Mediterraneo o che il termine "orrore" sia più appropriato a rappresentare quei militari russi che stuprano bambine di quattro anni e che Adinolfi vorrebbe finanziare nella speranza di ottenere uno sconto sulla sua bolletta del gas. E se lui dice che vorrebbe imporre censure e limitare il diritto di scelta di ragazze maggiorenni a nome dei loro genitori, tutto fa pensare che il fondamentalista romano paia provare astio contro ogni libertà non gli garantisca il controllo del corpo delle donne.

Scegliendo un esempio volutamente controverso per generalizzare le sue crociate moraliste, dice che è per impedire che le figlie degli altri possano fare ciò che lui non vuole che lui ordina un divieto alla pornografia online. Un po' come la Meloni usò un "rave party" trasformato in caso nazionale per emanare leggi che limitassero la libertà di manifestazione dei cittadini:



La sua teoria è che i reati d'odio compiuto contro i gay andassero ritenuti una "libertà di opinion" dato il suo sostenere che il ddl Zan fosse "liberticida", ma che una donna che dispone del suo corpo come meglio crede va costretta a indossare un burqa imposto dall'Adinolfi di turno.

Ed è preoccupante come le invettive di Adinolfi incitino alcuni suoi proseliti a sentirsi sentire legittimato a insultare e offendere i sex workers. Ad esempio, l'opinionista di Radio Incontro Olimpia urla che lui ritiene che le donne che lavorano su OnlyFans sarebbero «mign*tte». Le donne, non gli uomini, dato che si sa che Adinolfi ha problemi solo con la libertà delle donne:



Insomma, è ancora una volta sugli insulti e sull'istigazione all'odio contro qualcuno che il fondamentalista romano pare stia cercando nuovi pretesti con cui farsi invitare il televisione. Ed il bello èc he la sua polemica fa pubblicità alla piattaforma che lui sostiene di far chiudere, dato che Adinolfi tenta di far credere che qualunque ragazza ci approdi potrà fare soldi facili.
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