Adinolfi vuole dare consigli a Malan, eticettando come "intimidazione" ogni critica alla sua omofobia


Considerando come Lucio Malan sia sempre riuscito ad accaparrarsi una strapagata poltrona da senatore mentre Mario Adinolfi continua a fallire ogni sua corsa al potere, fa sorridere che quest'ultimo voglia dargli dei consigli. Ed è fastidioso come in tutti i più recenti post il fondamentalista scelga di usare il termine "intimidazione" per definire le lecite proteste di chi ha commentato il suo essere andato in radio a dirsi contrario all'esistenza delle persone lgbt in quanto convinto che la sua religione lo riterrebbe sbagliati.



Il riferimento è all'intervista radiofonica in cui il senatore di Fratelli d'Italia ha attaccato il ddl Zan e le unioni civili dicendo che «nella Bibbia l'omosessualità è un abominio».

Anche se appare abbastanza evidente che Adinolfi voglia solo dire al suo elettorato che lui è il re degli omofobi e che lui non ha preoccupazioni nell'apparire un bigotto inacidito nei confronti di chi si ama, resta preoccupante la sua abitudine a usare termini errati che modifichino la realtà delle cose.
Se davanti ai reati penali dettati dall'odio lui preparava di "libertà di espressione" e se davanti all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia lui parla di "guerra civile", ora usa il temine "intimidazione" per condannare la libertà di opinione di chi trova inappropriato he un sentore usi la religione come strumento atto a limitare i diritti civili di parte dei cittadini.
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