Federico Bernardeschi tinto di rainbow contro l'omofobia del Qatar


Mentre Mario Adinolfi mendica visibilità insultando chiunque critichi la criminalizzazione dell'omosessualità in Qatar (peraltro divertendosi a dire che quello sarebbe un Paese da cui lui ritiene di dovrebbe «prendere esempio»), alcuni coraggiosi continuano a sfidare i divieti della Fifa e a dimostrare il proprio appoggio ai gay perseguitati nel Paese che sta ospitando il mondiale di calcio.
Tra loro anche Federico Bernardeschi, 28enne ed ex calciatore di Fiorentina e Juventus che oggi gioca in Canada nel Toronto FC. Membro della nazionale azzurra, ha commentato i l divieto imposto dalla Fifa alle fasce rainbow. In diretta sulla Rai, è posrtando quei colori tatuati sulla mano che ha dichiarato:

Io faccio questo gesto perché mi sono colorato la mano del simbolo dell’arcobaleno. I diritti civili e la libertà di espressione e la libertà di pensiero di poter scegliere il proprio credo sia una cosa inviolabile [...] Nella vita nessun governo o istituzione deve e può e può violare questi diritti civili. È una cosa abominevole, quando si calpestano i diritti civili in questo modo il mondo dovrebbe insorgere e invece vedo che ancora stiamo molto attenti a capire come dobbiamo esprimerci, non è così che si combattono queste battaglie [...] Ci sono persone che hanno fatto la storia, combattuto per i diritti civili, e noi siamo ancora nel 2022 a dire sì, no o perché. No, sui diritti civili non c’è storia, si sta dalla loro parte. Punto. Sono emozionato nel dirle queste parole.

Bernardeschi è apparso molto emozionato, con gli occhi lucidi. E dallo studio lo hanno ringraziato per le parole espresse. E se la Fifa sperava di impedire che si parlasse di gay, ha evidentemente sbagliato i suoi conti dato che da giorni non si parla d’altro.
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