Pillon plaude alle leggi liberticide della Meloni


Oltre a far inviare lettere in cui chiede denaro per non sporgere querela contro chi viene da lui accusato di offendere la sua reputazione, l'ex senatore leghista Simone Pillon pare eccitarsi nell'offendere l'onore e il decoro dei partecipanti al rave party di Modena. Ed è nella sua consueta mistificazione dei fatti che lui dice che chi contesta la norma della Meloni che vieta generici raduni con più di 50 persone non volesse lo sgombero.
Ben più patetico è come si lanci anche in surreali paragoni con i no-vax triestini, facendo finta che non esista differenza tra chi fa del male a sé stesso a chi voleva farlo agli altri. E naturalmente non dice che a imporre lo sgombero del porto sia stato proprio il ddl Salvini che Pillon ha votato:



Ovviamente solo Pillon trova rilevante che i non-lavoratori di Trieste avessero un rosario in mano mentre chiedevano di poter infettare i colleghi sul posto di lavoro. E chissà se Pillon ha capito che con il decreto Meloni quei padri di famiglia col rosario in mano si faranno 6 anni di galera.
E nessuno si è lamentato dello sgombero: tutti si lamentano di come la signora Meloni abbia sfruttato la situazione per partorire un decreto legge liberticida e anticostituzionale del tutto inutile, dato che per lo sgombero bastava applicare le leggi già presenti (esattamente come è stato fatto).

L'ex senatore si lancia poi nel sostenere che far crescere figli in famiglie in cui i genitori si odiano sarebbe per il loro bene, evidentemente intenzionato a rilanciare la sua battaglia atta a rendere sempre più difficili le separazioni:



Ed è bello osservare come la priorità di Pillon sia quella di costringere i genitori a non separarsi, infischiandosene di quei bambini sono tenuti in mare perché i leghisti non li vogliono e non vogliono che le navi Ong li possano portare in un porto sicuro anziché nei lager libici finanziati da Salvini.
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