Provita Onlus etichetta come "femminifasciste isteriche" chi difende il diritto di scelta delle donne


L'accusa di "isteria" era il metodo usato in passato da chi voleva disfarsi delle moglie e le faceva rinchiudere in manicomio. Pare dunque molto indicativo che Jacopo Coghe usi proprio quel termine per incitare i suoi proseliti all'odio contro le manifestazioni di Non una di meno. E la situazione non migliora quando inizia a dire che l'unico «vero diritto» della donna sarebbe quello di essere privata da ogni possibilità di scelta.
Nonostante i loro toni fossero molto diversi quando i loro amichetti neofasciti assalirono la sede dei sindacati sotto la guida di quel Roberto Fiore che ha fondato la loro organizzazione, è ricorrendo al loro consueto vittimismo che l'organizzazione Provita Onlus scrive:



Da notare è come Coghe dica che lui ha deciso che l'aborto andrebbe ritenuto «un crimine», non come quei crimini d'odio che lui diceva dovessero essere ritenuti «libertà di espressione» da garantire a chi commetteva reati penali. E dato che che la legge stabilisce che l'aborto è un diritto, appare molto grave che lui voglia accusare di reati chi esercita un suo diritto.
Non contenti, iniziano a parlare di "femminifasciste" e "squadrismo", forse dimenticandosi che sono loro ad essere di estrema destra e che sono loro ad andare a braccetto con gente che si proclama fieramente fascista. Avessero studiato, saprebbero anche che i fascisti erano quelli che volevano far sfornare figli alle donne, esattamente como vorrebbe Coghe. E neppure paiono antifascisti quei camerati che si meettno a fare branco con lui, isultado e offendendo chi non è di estrema destra quato lo sono loro:







Davvero Coghe istiga simili messaggi e vuole pure pure di fare la vittima? Sarebbe questa la loro idea di "rispetto" verso chi non condivide la loro ideologia liberticida?
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