Provita Onlus strumentalizza i problemi psicologici di una donna transessuale. I suoi proseliti invitano a picchiarla


Da buon supporter di Putin che tifa per chi manda i suoi militari a stuprare bambine di quattro anni,, il signor Dodicinove è un utente di Twitter che cerca di trovare legittimizzazione alla sua omofobia dalle pagine dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus. Ed è gravissimo trovarlo ad elogiare l'operato di Jacopo Coghe nella convinzione che qualcuno aggredirà e picchierà qualcuno sulla base della sua propaganda di istigazione all'odio:



La storiella raccontata dall'organizzazione forzanovista è la solita cretinata con cui Jacopo Coghe sulla base del suo teorizzare che basterebbe contestare una singola persona lgbt per legittimare odio contro un intero gruppo sociale. Ma, ovviamente, quel ragionamento non vale quando si osserva che Jacopo Coghe condivide il medesimo orientamento sessuali di quei loro amichetti che portano l'Italia ad essere al primo posto nel mondo per turismo sessuale. E così scrivono:

Un uomo in Norvegia ha suscitato un’ondata d’indignazione sui social dopo aver rivelato in un’intervista la sua decisione di iniziare a identificarsi come una donna disabile. Una lampante dimostrazione di quello che può succedere una volta che si accetta il principio dell’auto-identificazione di genere.

Talmente "lampante" da risultare una cretinata, eppure è dicendo che i giudizi li dovrebbero dare gli utenti dei social e non i sociologi che il signor Coghe prosegue:

Il programma Good Morning Norway ha suscitato molte polemiche mandando in onda l'intervista a Jørund Viktoria Alme, 53 anni, un uomo fisicamente sano che ora s’identifica come una donna disabile. Nell'intervista, Alme ha dichiarato di aver sempre desiderato di essere nato come una donna paralizzata dalla vita in giù.
Vaishnavi Sundar, una regista e attivista per i diritti delle donne, ha affermato che “non è insolito che gli uomini transgender rivendichino un profondo vittimismo e richiedano alle loro mogli di stare al gioco. In alcuni casi, questi uomini si spingono un po' oltre rivendicando livelli di emarginazione aggiuntivi; per esempio, autoidentificandosi come ebrei o affermando di soffrire di una qualche disabilità fisica”.

Da notare è come Coghe cerchi di sostenere che le donne transgender sarebbero "uomini transgender", manco volesse rendere fieri di sé i militari russi che stuprano bambine. Ed ovviamente cita pure gli ebrei, probabilmente sapendo che il fascista medio schiuma al solo sentirli citare.

Ovviamente il loro articolo (se così si può chiamare quella schifezza) è basato sulla mistificazione, dato che troviamo la setta di Coghe pronta ad una malattia per incitare i loro proseliti all'odio. La donna soffre infatti di un disturbo di integrità corporea (BID) che crea una "dissonanza" tra come si percepisce e come funziona il suo corpo. Quindi non è vero che si fingerebbe disabile, è che si ritrova ad esserlo pur senza avere problemi fisici ma solo psicologici.
Non a caso il telegiornale norvegese di TV 2 ha raccontato la storia di quattro donne disabili che soffrono del medesimo disturbo, ma Coghe non pare essere stato interessato a loro perché non erano transessuali e non risultavano utili alla sua campagna di istigazione alla discriminazione.
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