Pillon fa la vittima, proponendosi come l'avvocato che non vede differenza tra una condanna definitiva e un'accusa non comprovata


L'ex senatore leghista Simone Pillon ama fare vittimismo, sostenendo che lui sarebbe un martire dell'istigazione all'odio che vorrebbe regalare a Gesù tutti quei reati che non subiranno aggravanti grazie alla sua opera politica. Ma rasenta il ridicolo che arrivi a scrivere messaggi come questi:



I due fatti sono molto, molto diversi ed è grave che Pillon offra la sua consueta falsa testimonianza nel tentativo di mistificare i fatti. Da una parte c'è una condanna sancita da un giudice a fronte di affermazioni false e diffamatorie che il leghista ha rilasciato al fine di diffamare degli onesti cittadini che lui sosteneva fossero "adescatori di minori". dall'altra ci sono lettere minatorie con cui lui chiede soldi a fronte di esplicite minacce.
Il Fatto Quotidiano non contesta il suo diritto a ricorrere ai tribunali se sostiene di essere stato diffamato, contesta il fatto che lui non voglia farlo e minacci ritorsioni ai destinatari delle sue missive a fronte di presunte "offese" che probabilmente non sarebbero ritenuti tali dai tribunali.
La differenza è che lui è stato condannato da un giudice dopo quattro regolari processi, alle sue vittime viene estorto denaro senza alcun processo. Ed un avvocato dovrebbe capire la differenza, dato che a decidere così reato dovrebbe essere la Procura, non l'avvocato che manda lettere minatorie centinaia e centinaia di cittadini.
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