Porro è tragicomico nel suo tentare di difendere una destra che inneggi all'MSI


Nicola Porro parrebbe intenzionato a sostenere che in Italia ci sia stata una fantomatica dittatura comunista, altrimenti non si spiegherebbe perché mai voglia sostenere che una sinistra che non rinnega la sua discendenza dal PCI dovrebbe legittimare una destra che si vanta di discendere da quelli delle leggi razziali e dei rastrellamenti:



Il fatto che l'intera destra stia simultaneamente lanciando sui social questa sciocchezza fa pensare ad un chiaro progetto propagandistico. E molto ricorda la propaganda fascista un Nicola Porro che cerca di indicare nella sinistra quel nemico che il anche duce usava per fomentare i suoi.
I fatti riguardano la celebrazione della nascita dell'MSI da parte di alcune cariche istituzionali legate a Fratelli d'Italia, come quell'Ignazio La Russa che colleziona busti del duce e quella loro Isabella Rauti.

Secondo Nicola Porro, il fatto che Bonaccini si sia accidentalmente trovato in una stanza in cui era ancora affisso il simbolo del PCI equivarrebbe ad un Ignazio La Russa che il simbolo dell'MSI lo ha cercato col lanternino per celebrarlo pubblicamente:



Dicendo che la povera Giorgia Meloni sarebbe perseguitata dalla sua storia e che sarebbe del tutto ininfluente che la sua "vecchia appartenenza" all'MSI venga celebrata dall'uomo che lei ha voluto alla guida del Senato, il loro Matteo Milanesi scrive:

Pci contro Msi. A distanza di trent’anni dalla loro dissoluzione, i due partiti degli “estremi opposti” continuano a rimanere al centro del dibattito politico attuale. Non solo perché, da sinistra, molti analisti hanno utilizzato la vecchia appartenenza studentesca di Giorgia Meloni al movimento di Almirante per screditarla negli anni; ma anche perché la strategia di demonizzazione continua anche da Presidente del Consiglio.

Lamentandoci che i poveri eredi del Duce sarebbero perseguitati dalla loro storia, il sito di Porro cerca di aizzare i camerati contro il Pci:

Un dibattito, quello sul fascismo, che riguarda sistematicamente tutti i leader della destra. Nel 2003, per esempio, L’Unità paragonava Berlusconi a Mussolini; ed oggi il pericolo di un’onda nera è stato ampiamente propagandato dalla sinistra più progressista e radical. Guarda caso, però, lo stesso trattamento non riguarda chi, senza neanche troppo nascondersi, si fa immortalare con alle spalle una bandiera rossa, composta da falce e martello: quella del Partito Comunista Italiano. [...] Insomma, è il classico doppio-pesismo politico italiano: alcuni regimi autoritari paiono essere più accettabili rispetto ad altri.

Peccato che sia al limite del comico il voler definire "regime" l'operato del Pci, mentre la fiamma che arde sulla tomba di Mussolini ancora appare in primo piano nel simbolo della Meloni.
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