Adinolfi invita gli omofobi a dire che l'omosessualità sarebbe "peccato"


Agli occhi del fondamentalismo cattolico, Mario Adinolfi andrebbe considerato a tutti gli effetti un adultero che concupisce nel peccato una donna che non è la moglie che lui ha sposato davanti a Dio. Eppure è per incitare omofobia che scrive:



In realtà Adinolfi non pare aver capito nulla della storia, dato che Mussolini non vietò l'omosessualità e mandò i gay al confino solo perché adottare le leggi naziste avrebbe significato ammettere che esistevano omosessuali. E di certo il "cattolicesimo" dell'Italia laica non c'entra nulla, come nulla c'entra il suo razzismo e la sua smania di vomitare odio verso l'Islam anche le peggiori leggi omofobe d'Europa sono state tutte approvate con il supporto di sedicenti gruppi "cristiane".
Inoltre, prima della riforma del diritto Zanardelli del 1889, nel nord d'Italia l'omosessualità era ancora reato dato che vigeva l'ordinamento sabaudo e nel regno l'omosessualità rimase un crimine per 28 anni dopo l'unificazione.

Inoltre il discorso di Papa Francesco da lui strumentalizzato pareva avere un obiettivo diverso: «Più di cinquanta Paesi condannano l'omosessualità con delle leggi, in una decina c'è la pena di morte. Penso sia ingiusto. Essere omosessuali non è un crimine. Siamo tutti figli di Dio e Dio ci ama così come siamo. Se la Chiesa cattolica può aiutare ad abolire queste leggi? Deve, deve farlo».
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