Pillon e Malan non esitano ad usare il feretro di Benedetto XVI a fini di propaganda


L'ex senatore Simone Pillon, ovviamente leghista, è quel signore che ha spacciato il faraone Akhenaton per un esempio virtuoso del buon padre di famiglia gradito alle lobby integraliste, anche se aveva quattro mogli, di cui una era sua sorella. Ora cerca di incitare i suoi proseliti di estrema destra contro La Repubblica, sostenendo avrebbero usato la foto tratta da un film per parlare della morte del Papa più amato dai gruppi fascisti.



Se immaginiamo che il suo "Antony Hopkins" sia Anthony Hopkins, la fonte usata da Pillon parrebbe essere la sua amica Francesca Totalo di Casa Pound. Ma se l'esponente del partito neofascista diceva fosse passata un'ora, lui preferisce giurare che sarebbero passate "ore":



Ed è con un certo anticipo su Pillon che il senatore Lucio Malan di Fratelli d'Italia aveva già usato il feretro del Papa morto per propaganda politica:



Se un errore nella scelta di una foto pare una cosa meno grave che essere condannati da un tribunale per aver falsificato del materiale al file di diffamare degli attivisti che facevano volontariato nelle scuole come ha fatto un certo senatore leghista.

Ed in tema di "soloni", pare difficile dimenticare certi leghisti che si auto-commentano i propri post senza usare gli account falsi che si sono creati al fine di crearsi un falso consenso:



Malan è invece il senatore di Fratelli d’Italia che spacciava perle proteste dei no-greenpass di Trieste una fotografia di Zurigo:



Ma si che più si dicono "cristiani" a fini elettorali, più vogliono giudicare senza essere giudicati. E se Repubblica seguisse l'esempio di Pillon e mandasse lettere minatorie ai suoi proseliti, chiedendo dai 5mila ai 20mila euro di risarcimento per non denunciare come ha fatto lui contro chiunque l'abbia contestato, sarebbe facile raccogliere milioni di euro sulla base degli insulti e delle offese che i segaci dei sue politici hanno scritto sulle loro pagine.
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