Provita Onlus cerca di usare l'odio contro le donne trans per attaccare i diritti delle donne


Dovessimo abbassarci al loro degrado etico, potremmo accostare la fotografia del loro Jacopo Coghe ad qualunque personaggio per alimentare astio nei suoi confronti. O magari potremmo accostare un qualche disegnino di un feto ai bambini che lui vuoi siano lasciati affogare nel Mediterraneo, così da ipotizzare che sia il colore della pelle o l'orientamento sessuale il motivo per cui lui odia chi è già nato mentre urla che lui vorrebbe costringere le donne a partorire. E sinceramente pare difficile credere che a lui freghi qualcosa dei feti, dato che parrebbe assai più probabile che ad interessargli sia il dominio sulla donna e la possibilità di costringere le donne a fare quello che dice lui. Non a caso al suo congresso di Verona, sponsorizza5ti da Belpietro e patrocinato dalla Lega, alcuni preti ortodossi sostenere che la violenza sulle donne andava depenalizzata perché il maschio di destra deve sentirsi libero di poterle picchiare come e quanto vuole.

Fatto sta che è nel degrado delle loro campagne di incitamento alla discriminazione che la sua Provita Onlus ha pubblicato questa porcheria:



Se la falsa contrapposizione è palesemente ideologica e se il feto da loro propinato è palesemente più sviluppato di quanto dovrebbe essere secondo i termini massimi per l'interruzione volontaria di gravidanza, il signorino Coghe ricorre alle soliti truffe culturali con cui cerca di dice che si stava meglio quando gli altri non avevano diritti.
Peccato che lo dica facendo leva su una truffa culturale, dato che nessuno offende un feto ma si chiede tutela per la salute e il diritto di scelta della donna. Quindi, al posto di un falso feto decontestualizzato, avrebbe potuto mostrare una donna stuprata da dei fascisti e scrivere: "loro non vogliono costringerla con la forza a crescere il figlio dei suoi stupratoti".
E se vuole opporre una persona trans, dovrebbe mettere una fotografia adeguata. Esattamente come per definire le famiglie eterosessualità non sceglie le fotografie di ragazzine ubriache in discoteca, forse non dovrebbe neppure cercare immagini prese ad un qualche Pride per sostenere che l'eccezionalità debba spronare gli omofobi ad odiare le persone che loro mettono alla gogna.
Poi, nel caso specifico, la bufala è ancora più evidente dato che quella non è una donna, ma una drag queen. Ovvero un artista che si traveste da donna, come nelle opere teatrali di Shakespeare.

Da notare è come Provita Onlus fondi la sua propaganda su quel "noi" contro "loro" che fu alla base dell'intera propaganda nazifascista, mostrando come l'organizzazione forzanovista paia voler tornare a quelle contrapposizioni che resero possibili i campi di sterminio nazisti.
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