Contenti che la Meloni ripeta i loro slogan, Provita si Inventa che il patriarcato sia colpa delle atlete trans

L'organizzazione forzanovista Provita Onlus onlus ha più volte elogiato le teorie di Marina Terragni, la quale chiede la sistematica discriminazione delle donne trans perché lei teme che la donna verrebbe ritenuta inutile dalla società se non le si riserva il ruolo di oggetto sessuale adibito alla produzione di prole.
Ed è ispirandosi a quella teoria che Giorgia Meloni è tornata a cavalcare la fantomatica "ideologia gender" all'interno della sua propaganda omofoba, eccitando chi fattura sull'istigazione alla discriminazione al punto che Jacopo Coghe propone ora di dire che il patriarcato sarebbe rappresentato da atlete trans a cui andrebbe vietato di poter gareggiare, esattamente come chiedono Tump e Pillon:

Il termine "patriarcato" indica un tipo di organizzazione famigliare in cui i figli entrano a far parte del gruppo cui appartiene il padre, da cui prendono il nome e i diritti che trasmetteranno solo nella linea maschile. In che modo ciò dovrebbe poter riguardare le atlete trans lo sa solo Coghe.
Inoltre pare inutile ribadire che le donne trans non "si sentono donne" ma sono donne. Il suo cercare di mistificare la natura della transessualità per attaccare l'identità di interi gruppi sociali è un comportamento alquanto opinabile. E opinabile è il suo inventarsi fantomatici vantaggi che la scienza smentisce.
Insomma, oltre a offrire la loro falsa testimonianza con finalità di istigazione alla discriminazione, paiono voler irridere anche la lingua italiana negando il significato delle parole.