Figli di famiglie gay, la Garante sarda per l’infanzia invita i sindaci sardi a usare il certificato Ue


La Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza della Sardegna, Carla Puligheddu, ha invitato i sindaci dei 377 comuni sardi ad applicare il certificato europeo di filiazione.
Fortemente osteggiato da Giorgia Meloni e da Matteo Salvini, il certificato viene indicato «uno strumento necessario per tutelare la circolazione delle persone di minore età nei diversi paesi europei e per godere degli stessi diritti».
La Pulighedu precisa così che «l'applicazione del certificato europeo in Italia, e dunque in Sardegna, è perfettamente compatibile con i diritti dell'infanzia. Occupiamoci di tutti i bambini e le bambine presenti a qualsiasi titolo sul territorio regionale a prescindere dalle situazioni contingenti» dato che il certificato europeo di filiazione sarebbe «un tema divisivo» solamente «se letto con ottiche puramente ideologiche» in quanto «valido strumento per la tutela dei diritti delle persone di minore età che hanno il sacrosanto diritto di circolare nei diversi Paesi e godere pienamente di quella conclamata dimensione europea propria dell'epoca attuale».
«La stessa circolazione, però -puntualizza- deve essere garantita dal diritto dei minori ad avere una famiglia, un'identità, e a non essere discriminati per le condizioni dei genitori o per la loro nascita. Né devono ricadere sui minori le conseguenze delle scelte sbagliate dei genitori».
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