Il Governo Meloni approva il carrozzone dell'inutile ponte sullo stretto


L'idea di collegare la Calabria alla Sicilia è più vecchia dell'Italia stessa. I primi tentativi di unire le due sponde risalgono ai tempi degli antichi romani, ma fu nel 1840 che il Re delle Due Sicilie, Ferdinando II di Borbone, fece realizzare uno studio di fattibilità per la costruzione del ponte. Ma visti i costi troppo alti dell'opera rinunciò, come molti altri dopo di lui.

Mentre il welfare sta scomparendo, mentre non ci sono soldi per scuole ed ospedali, Matteo Salvini annuncia che Giorgia meloni l'ha autorizzato a gettare miliardi di denaro pubblico in un'opera inutile faraonica che dovrebbe unire due terre in cui mancano le più basilari infrastrutture:



Ad oggi sono già stati spesi 300 milioni di euro, ma si stima che Salvini dovrà spendere almeno altri dieci milioni nell'improbabile caso in cui l'opera venga portata a termine. Inoltre Salvini ha annunciato che il Governo Meloni l'ha autorizzato ad usare il "modello Genova", ossia un un iter semplificato e veloce che eviti i controlli sulle infiltrazioni mafiose e gli sia la libertà di scavalcare tutte le altre regole che sarebbero previste per la realizzazione di opere pubbliche.
A voler pensare male, si potrebbe temere che in quel modo molti soldi potrebbero finire nella tasche degli amici.



Tra gli ultimi tentativi di costruzione, è nel 1981 che venne costituita la "società Stretto di Messina" che usò molti soldi per arrivare ad ipotizzare la soluzione del "ponte sospeso ad unica campata". Nel 1985 l'allora presidente Bettino Craxi ne annu ncò la costruzione. Poi arrivò Tangentopoli l'opera viene messa in soffitta.
La rispolverò Silvio Berlusconi nel 2004, annunciandone la costruzione dal salotto di Porta a Porta. Ma poi perse le elezioni e il ponte "inutile e dannoso" si bloccò. Or ci riproverà quel padano che diceva di non sentirsi italiano e che si divertiva ad intonare cori contro i meridionali mentre andava per moschee a fare comizi.
Intanto la sanità va allo scatafascio e i treni continuano a non funzionare come dovrebbero, ma evidentemente il padano non ritiene che le priorità siano quelle.
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