Ma il gay di Libero che dice che la destra non ha mai discriminato nessuno è lo stesso che diceva di essere stato licenziato perché gay?
Non sappiamo chi sia Francesco Capozza, ma sappiamo che Libero ce lo propina come il "gay di destra" che elogia una Giorgia Meloni che vuole rendere orfani i figli di altri gay. Nulla di nuovo, dato che la destra ama trovare singoli personaggi che gli diano razione per elevarli a rappresentanza di un intero gruppo sociale. Ed è per benedire una Giorgia Meloni che vuole rendere orfani i figli dei gay che il quotidiano della famiglia Angelucci scrive:
Parlando a nome di «noi gay» senza spiegare chi mai lo avrebbe reso rappresentante di un'intero gruppo sociale, dichiara:
I gay sono solo di sinistra? La destra italiana è omofoba? E ancora: gli omosessuali sono tutti a favore della maternità surrogata e della trascrizione alle anagrafi comunali dei figli di coppie dello stesso sesso come qualcuno, scendendo platealmente in piazza, vorrebbe far credere? La risposta a tutti questi interrogativi è la stessa: no! Chi scrive è omosessuale dichiarato, di destra e contrario ad entrambe le questioni citate che tengono banco da settimane in tutti i talk show e sui giornali. E da omosessuale di destra non sono mai stato né emarginato né, tanto meno, penalizzato professionalmente.
Peccato che il suo dirsi contrario ai diritti dei bambini, sostenendo che faccia bene la signora Giorgia Meloni a non permettere la trascrizione dei loro atti di nascita, paia avere davvero poco a che fare con la sua contrarietà con la GpA. Ed è curioso lui la definisca con i termini coniati dalla destra per poi definirla con i termini scelti dalle organizzazioni forzanoviste che Pillon ama citare.
Curiosa è anche la sua teoria per cui se lui non è mai stato discriminato, allora la discriminazione non esisterebbe. Anzi, Libero reinterpreta la sua frase asserendo che non sia "mai successo" che un gay venisse discriminato dalla destra.
A meno di improbabili omonimie e somiglianze fisiche, l'uomo che dichiara di non essere «mai stato penalizzato professionalmente» parrebbe quello stesso Francesco Capozza che nel 2018 dichiarò di essere stato licenziato da Paolo Romani perché gay:
Il signor Capozza inizia poi a dire che lui lavora per la destra e tiene nascosta la sua omosessualità, un po' come quel Morrisi che faceva soldi al fianco di Salvini prima di essere pizzicato ad organizzare festini a base di sex-chems ed escort rumeni:
Ho svolto e svolgo ancora oggi consulenze a favore di esponenti politici di centrodestra e di destra e collaboro con questo giornale, che ha una sua chiara collocazione politica nonché editoriale. Eppure, forse ai benpensanti della gauche nostrana sembrerà strano, nessuno mi ha mai posto il problema di cosa io faccia nei miei ambiti personali i quali, com’è giusto, rimangono e devono rimanere tali.
Se lui si accontenta di doversi nascondere per non essere giudicato perché ritiene giusto che solo Salvini possa andare in giro con la sua giovanissima fidanzatina, buon per lui. Ma c'è chi vorrebbe potersi baciare in pubblico senza rischiare di essere aggredito o picchiato.
A quel punto inizia a dire che la sinistra sarebbe sessista, opponendovi quella destra in cui la signora Meloni si fa chiamare "signor presidente" per non offendere i misogini. Ovviamente nega che la destra guardi al medioevo e si diverte a irridere la bisessualità della Schlein come farebbe un comune omofobo, scrivendo:
Il partito democratico ha da qualche settimana una giovane donna al comando, Elly Schlein, e questa è senza dubbio una buona notizia per una sinistra che è sempre stata, diciamoci la verità, un po’ troppo maschilista. Mentre la destra, tanto per rimarcare come essa sia certamente più moderna di quanto si vorrebbe far credere, ha portato per prima alla guida del governo del Paese una donna, Giorgia Meloni, che un partito lo guida da più di due lustri. La leader del Pd ha un’altra caratteristica, oltre a quella di essere donna: è dichiaratamente omosessuale (anche se lei preferisce definirsi “fluida”, ché va molto di moda, oh yeah!). Questa sua caratteristica personale ha riportato in auge una serie di battaglie che la sinistra vorrebbe definire come identitarie: il Ddl Zan - che verrà ripresentato nelle prossime settimane alla Camera per la serie, provaci ancora Alessa’! – la trascrizione alle anagrafi cittadine dei figli delle coppie omosessuali e, soprattutto, promette una durissima battaglia parlamentare contro il Ddl Rauti/Malan che vorrebbe rendere reato “universale” la maternità surrogata, cioè il cosiddetto “utero in affitto”.
Peccato che tutto questo sia l'opinabile opinione del signor Francesco Capozza, non l'opinione condivisa di una comunità. E se il signor Capozza dice che lui ce l'avrebbe con la GpA, perché ha da ridire solo con gli atti di nascita dei figli dei gay e non con quelli della maggioranza di eterosessuali che usufruiscono di quella pratica?
Neppure i capisce perché Libero dica che la personalizziama opinione di un loro collaboratore dovrebbe mettere «nei guai» la Schlein come asseriscono nel loro titolo:
Capozza arriva poi a dire che bisognerebbe adottare i bambini (cosa che forse lui non sa sia vietata ai gay) prima di sostenere che la discriminazione dei figli altrui sarebbe "valore cristiano" perché lui si sentirebbe tale mentre parla di bambini nei termini di prodotti da "acquistare":
Ci sono tanti bambini che potrebbero essere adottati e invece molte coppie preferiscono pagare decine di migliaia di euro per affittare un utero, magari oltreoceano. I figli non si comprano come fossero uno smartphone di ultima generazione. La destra non è contro i gay e non è contro i diritti, ha però dei valori, come quelli cristiani, che sono imprescindibili indipendentemente dall’orientamento sessuale dei singoli, ed è giusto che sia così. Giorgia Meloni è stata scimmiottata dalla neosegretaria del Pd che ha storpiato il celebre slogan del premier «io sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana», io faccio altrettanto con la Schlein: «Io sono Francesco, sono gay, sono cristiano e non voglio comprarmi un figlio».
E chissà cosa lo fa ridere in un ddl Zan che mirava a proteggere i gay dalla discriminazione, proponendosi di essere usato da Libero a fini di propaganda come quel nigeriano si procurò per Salvini farsi benedire le sue politiche contro i migranti.