Martino Mora va in televisione a spiegare a Sallusti che la Meloni non sarebbe sufficientemente omofoba


Il professor Mora pare ormai un ospite fisso sulle reti televisive del Gruppo Mediapason. Fu invitato a sostenere che la giornata contro l'omofobia nelle scuole mirasse a «normalizzazione il coito omoerotico per propagandare l'omosessualismo» e per inveire contro Sanremo sostenendo che quello fosse «espressione massima del sistema orgiastico mercantile».
Insomma, oltre a punire gli studenti che protestano contro il sessiamo e a militare in organizzazioni di estrema destra che propongono blasfemi rosari di preghiera contro ai gay, al professore piace parlare di orge e di sperma. Ed è probabile lo faccia nella convinzione che quei termini possano suscitare repulsione in un pubblico di bigotti e integralisti che vivono con difficoltà la propria sessualità.


Invitato a partecipare ad un programma in cui erano presenti solo esponenti di destra come La Russa, Sallusti e Procaccini, il militante di Radio Spada ha esordito dicendo che «Sanremo è stato uno spettacolo degradante, il trionfo del trash orgiastico mercantile». Ha poi sostenuto che l'astensionismo alle elezioni dipenda dal fatto che l'elettore riterrebbe che «il suo voto è vanificato da decisioni che vengono presi da entità sovrannazionali o entità di natura plutocratica. Questo svuotamento della democrazia viene percepito».
Insomma, sarebbe colpa dell'Europa che non piace all'estrema destra se la gente non è andata a votare. Peccato che l'Europa venga votata proprio dai cittadini, quindi sostenere che un governo democraticamente eletto rappresenterebbe uno «svuotamenti della democrazia» puzza di becera propaganda antieuropeista. Eppure è sempre ricorrendo gli slogan di estrema destra che è p detto certo che esisterebbe «una élite che scuota il processo democratico e la gente percepisce che il suo voto diventa inessenziale».

E mentre in studio gli davano ragione dicendo che a loro non piace che si possa contestare un viceministro che si veste da nazista, Mora si è lanciato nel sostenere che:

Le sinistre si sono appiattite sull'agenda liberal americana, che è quella che noi potremmo chiamare "Pensiero unico" o "Ideologia dominante". Questa sottocultura mette al centro l'immigrazionismo, l'omosessualismo, il genderismo e temi di questo tipo. Temi che potremmo dire direttistici, prettamente individualistici. E quindi ha perso ogni collegamento con le classi popolari.

Anche in qui lo studio gli ha dato ragione, sostenendo che la tutela dei diritti delle minoranze, il contrasto alle discriminazioni e l'umanità verso chi fugge da fame e guerra rappresenterebbero «tutto quello che c'è di negativo» esista negli Stati Uniti. Magari per loro la pena di morte, i musi anti-migranti di Trump e i cadaveri ripescati nel Rio Grande andrebbero ritenuti la parte buona che piace alla destra.

Non è andata meglio quando il conduttore, Giovanni Macrì, ha iniziato a dire che la scuole sarebbe «la roccaforte della sinistra» e ha raccontato in maniera molto faziosa la vicenda che ha visto Mora punire alcuni studenti che osavano protestare contro il sessismo durante la giornata dedicata al tema. Nel suo racconto, Macrì ha detto:

Sentite cos'è successo a questo professore. Questo professore si vede entrare in classe un ragazzo, quindi maschile, però con la minigonna. Il professore, stupito, si reca dal preside. E il preside al posto di cacciare da scuola il ragazzo caccia da scuola il professore.

Persino Mora ha corretto le fantasie del presentatore riguardo a inesistenti minigonne, chiarendo che il ragazzo aveva un vestito lungo. Ed è indicativo che Macrì usi il maschile per definire una preside donna, omettendo anche di dire che quella era la giornata per il contrasto al sessiamo. Eppure non pare un elemento secondario il fatto che vari studenti della scuola avevano aderito ad una iniziativa nazionale che prevedeva che i maschi indossassero una gonna in solidarietà alle ragazze.

Senza nessun contradditorio, il professor Mora ha così nuovamente attaccato il Liceo Bottoni di Milano, asserendo di essere stato ingiustamente demansionato. Nella sua fantasiosa ricostruzione die fatti, Mora racconta che lui si sarebbe «opposto a questa deriva gender fluid». Ovviamente dica anche che l'indignazione era da intendersi come «un linciaggio mediatico» nei suoi confronti, perché oggi «la sinistra culturale utilizza il linciaggio mediatico». D'altronde si sa che per loro tutto va ricondotto al loro astio verso una "sinistra" che incolpano di ogni cosa.
Non poteva mancare il suo sostenere che una imprecisata «polizia del pensiero» lo avrebbe attaccato citando i suoi scritti «con i soldi dei contribuenti e il canone di chi non la pensa come loro». Eppure il fatto che il diritto di critica fosse esercitato citando il suo pensiero pare ciò che lo rendeva lecito, dato che lui inveisce contro inesistenti "ideologie gender" mentre loro citavano i passaggi dei suoi scritti . E di certo non è colpa loro se quelle idee suscitavano orrore in una parte considerevole del pubblico.
Seguendo il classico copione, si è messo a piagnucolare che lui esigeva un contraddittorio. Peccato che lo dica mentre attacca la preside senza concederle quel diritto che lui pretendeva per sé stesso, peraltro attribuendo ad un fantomatico «gender» ciò che riguardava il contrasto al sessismo.

A quel punto, tale Malika ha esordito dicendo che il «gender fluid» sarebbe «una deriva» e che chi manifesta una identità sessuale non binaria andrebbe ritenuto «confuso». Subito Mora risponde che anche la destra starebbe «sottovalutando molto questa deriva» perché lui dice che la sessualità verrebbe dettata dalla moda e che qualcuno vorrebbe «mettere in crisi e addirittura superare l'identità sessuale del maschio e della femmina. La fondamentale identità sessuale per cui si nasce maschi e femmine, qualunque siano le scelte di vita che ognuno di noi possa fare».
Il fatto che il professore sostenga che l'identità o l'orientamento sessuale sarebbero «scelte» non è solamente antiscientifico, ma chiarisce di quali mistificazioni abbia bisogno la loro ideologia per essere propagandata. Ed è sempre attaccando «la sinistra» che in studio hanno iniziato a dire che «la sinistra vuole distruggere la famiglia», citando poi la bufala del «genitore 1 e 2» mentre tentavano di sostenere che qualcuno non voglia che possano esistere maschi e femmine.
Buffo, perché chi chiede la sistematica discriminazioni dei figli nati nelle loro decantate famiglie sono proprio loro. E non si capisce cosa dovrebbe c'entrare la genitorialità con quell'identità che loro non vogliono possa essere accettata.

Davanti a un Romano La Russa (di Fratelli d'Italia) che si era lanciato nel sostenere che la destra sta conducendo da anni battaglie contro il politicamente corretto, in studio hanno trovato divertente rivendicare il presunto diritto di poter parlare di persone gay con appellativi offensivi come «fru fru». e Mora ha subito ripreso col dire che «c'è una lotta contro tutte le identità. L'identità sessuale è soltanto l'ultima. Hanno distrutto l'identità religiosa, le identità etniche, le identità collettive, le identità familiari e alla fine anche l'identità sessuale. Rimane solo il postumano e transumano».
Poi, davanti a Sallusti, Mora ha pure avuto il coraggio di sostenere che i media la sinistra avrebbe «il controllo quasi completo dei media». Infatti è risaputo il Mediaset è in mano alla sinistra, che Il Giornale, Libero e La Verità sono giornali di sinistra o che il direttore del Tg2 fosse di sinistra prima che venisse ricompensato per i suoi servigi con un posto da ministro da Giorgia Meloni.

Curioso è anche il passaggio in cui Mora ha tirato in ballo gli immigrati, sostenendo che la destra vuole «salvaguardare la sicurezza» ma a sinistra ci sarebbe «un progetto ben preciso, che è quello del meticciato». Un'affermazione che pare ricordate le aberranti teorie sulla "difesa della razza" di epoca nazifascista.
Di banalizzazione in banalizzazione, Sallusti ha così iniziato a dire che la sua Giorgia Meloni vuole che nella scuola di suo figlio «ci sia il crocefisso» da opporre agli «islamici». Peccato che lo stato sia laico e che la Meloni voglia imporre simboli religiosi anche a tutti quegli italiani che non hanno le sue stesse convinzioni. Ed è aberrante voglia farlo nella speranza di poter usare la religione come mezzo con cui cercare di sopraffare gli altri.
Curiosa pare anche la teoria di Sallusti per cui la religione cristiana sarebbe «diventata laica al contrario di quell'altra che è dogmatica». Eppure contro il ddl Zan, contro i diritti die malati terminali, contro l'educazione al rispetto, le destre amano citare dogmi religiosi che spesso appaiono come maldestre interpretazioni dei Vangeli.
Il direttore di Libero ha anche giurato che gli artisti sarebbero di destra ma si fingerebbero di sinistra per lavorare. Ed è partendo da quelle parole che Mora ha aggiunto:

Si dovrebbe discutere su questo grande sistema orgiastico mercantile, di cui la porcilaia sanremese è stata la massima espressione. Un sistema americanoide in cui i cosiddetti artisti, che spesso di arte non hanno nulla, vengono cooptato per veicolare dei messaggi alle masse attraverso un indottrinamento dall'alto. Questo indottrinamento he abbiamo visto incarnato nella porcilaia sanremese che ha scandalizzato un numero considerevole di italiani. Questi italiani scandalizzati dalla porcilaia sanremese non hanno voce in capitolo perché la destra non ha il coraggio di raccogliere la voce di questi italiani che sono scandalizzati dal sistema orgiastico mercantile e dalla porcilaia sanremese. Non gli dà voce perché ha paura ed è subordinata all'ideologia dominante e non ha il coraggio di combattere il piano culturale, che nel caso della sinistra è sottoculturale, l'ideologia dominante, il pensiero unico.

Un professore va in televisione a dire cose simili e poi si stupisce se i genitori dei suoi studenti non vogliono che i loro figli possano finire nelle sue mani?
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