Porro si inventa false accuse di body shaming contro la Meloni per fomentare body shaming contro Elly Schlein

Quanto inutile odio viene fomentato dalla destra nel tentativo di creare rabbia sociale e fomentare inutili tensioni basate sulla contrapposizione! Se è pur vero che il loro obiettivo è quello di ricalcare lo schema del "noi contro loro" che fu alla base dell'intera propaganda nazifascista, Nicola Porro pare davvero luciferino nel suo tentativo di inventarsi false accuse di body shaming per aizzare i suoi rancorosi seguaci al più viscido body shaming nei confronti di Elly Schlein.
Davanti a due banalissime fotografie di profilo, peraltro piuttosto anonime, lui urla che sarebbe evidente che avrebbero scelto “la foto più bella di Schlein e la più brutta di Meloni”. E si sarebbe potuto aspettare che quelle pretestuose accuse avrebbero incitato i suoi neri seguaci al più becero body shaming contro la vittima da lui designata.
E qui si parla di body shaming vero, non quello che la destra usa per irridere tematiche serie in riferimento alla Meoni e al loto Giordano mentre tacciono quando i sindaci di Fratelli d'Italia pubblicano osceni fotomontaggi osceni in cui gli avversari politici vengono paragonati ad animali, come avveniva sotto al fascismo.
Forse intenzionato a distrarre il suo pubblico dalle bare di Crotone e sulle fondamentali domande riguardo a quanto il governo abbia favorito il naufragio, Porro scrive:

Agitandosi a facendo "toc toc" manco stesse parlando a dei celebrolesi, Porro scrive:
C’è una cosa che questa mattina mi ha fatto veramente impazzire, sapete qual è? Tanto per cambiare, la prima pagina di Repubblica.
Ieri il quotidiano degli Elkann ci aveva spiegato che la Meloni perdeva perché era più vecchia della Schlein, mentre oggi affronta il duello sulle loro femminilità con un bel pezzo della Marzano. Quando sfoglio le pagine di Repubblica, però, lo faccio con la consapevolezza di avere fra le mani il giornale chic per eccellenza: insomma, è il giornale delle donne, della cultura, della fluidità di genere e sicuramente non quello del body shaming. Quindi, una cosa la voglio dire alla Marzano: Toc toc! Ti puoi occupare della foto in prima pagina che hanno messo?
A questo punto una cosa la vorremmo chiederei noi a Porro: Toc toc! Ti puoi occupare delle responsabilità di Salvini nella morte dei 37 migranti che potevano essere salvati e che lui ha abbandonato fra le onde?
Se il problema è che la Meloni parrebbe più brutta dentro che fuori, è dicendo che lui esige che la Meloni sia fatta apparire bellissima nonostante l'evidenza e che Elly Schlein sia ritenuta brutta (anche se la guida di partito non è un concorso di Miss Italia anche se il suo Berlusconi era solito dar incarichi pubblici alle donne solo in base a quanto lui se le sarebbe volute portare a letto), incalza:
La prima pagina di Repubblica è così organizzata: a destra trovate la foto più brutta che esista della Meloni, mentre, a sinistra, quella più bella della Schlein. Il punto non è prendere la foto bella della Schlein (anzi, fanno bene a prenderla), ma è fare, come direbbero loro, body shaming sulla Meloni. Ogni volta che un giornale di destra prova a fare una battuta sulla Schlein, sulla Murgia, o su una qualsiasi donna di sinistra casca il mondo, mentre oggi Repubblica, in merito al duello di femminilità delle due leader, può mettere quella di foto in prima pagina.
Il bello è che quella foto non ha proprio nulla di strano. Ma dato che alla destra piace un sacco irridere i veri diritti per tramutarle in barzellette da usare come mezzo di propaganda, lui incalza:
Il rispetto nei confronti delle donne, forse, dovrebbe partire anche da qui. Non si riesce a capire perché una donna, se di destra, non vale una ceppa. [...]Questa foto mi ha ricordato chi sono i primi a fare body shaming. Per carità, nulla in confronto a quei quattro cialtroni estremisti che vanno a dire cose orribili in giro. Resta comunque il fatto che, ancora una volta, emerge tutta l’ipocrisia di chi si dice tanto attento al rispetto di tutti, ma poi nei fatti lo è solamente nei confronti di una certa parte politica.
Citato il solito pene e dopo essersi inventato false accuse contro la Meloni in quel suo fare sistematico ricorso al vittimismo come strumento per incitare rabbia, immancabile è la sua irrisione del rispetto davanti a fotografie che di irrispettoso non hanno nulla.
Ma è sulla scia dei suoi insulti che i suoi proseliti si lanciano nel più becero body shaming:


