Jacopo Conghe va all'attacco del Dalai Lama


Non è chiaro se Jacopo Coghe voglia sostenere che il Dalai Lama sia un pedofili o se voglia veicolare l'idea che i buttasti sarebbero stupratori di bambini. E se è vero che il gesto del leader spirituale non è piaciuto a molti, non pare poi così dissimile da tanti baci elargiti dai pontefici cattolici a numerosi bambini.
Eppure l'organizzazione forzanovista pare essersi affrettata a chiedere ad un sacerdote che collaborava con Gandolfini di elargire una forte condanna morale che potesse tornare utile alla loro propaganda politica:



«In Italia un bacio in bocca a un bambino o una bambina è violenza sessuale. Per il Dalai Lama è solo un chiedere scusa. Che brutto esempio da parte di un maestro spirituale», dice don Fortunato Di Noto all'organizzazione forzanovista. E già qui non ci risulta che un bacio in bocca sia violenza sessuale se non perpetrato con certi fini, dato che tanti genitori hanno quell'opinabile abitudine con i loro figli. O li mettiamo tutti in carcere, o forse la situazione va contestualizzata e non generalizzata come parrebbe voler fare l'amico di Gandolfini.

Ovviamente il fine parrebbe quello di inveire contro un imprecisato "loro", magari cercando di proporre quel Jacopo Coghe che va in giro a dire che i figli dei gay andrebbero resi orfani come se fosse il paladino dei diritti dei bambini solo perché li cita come pretesto per ogni discriminazione. E così l'organizzazione forzanovista scrive:

Don Di Noto, inoltre, ricorda, in una nota, che «in Italia un bacio in bocca a un bambino o una bambina è violenza sessuale, irrilevante viene ritenuto il richiamo al fatto che non ci si trovi di fronte a "un bacio con la lingua" (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 29235/17; depositata il 13 giugno 2017). E' grave quello che è successo. Ci impegniamo da anni per questo - ha precisato don Di Noto - e sempre con moltissime difficoltà, ma almeno ci proviamo. Mi aspettavo, se mi è lecito dirlo - conclude - una maggiore reazione da chi si occupa di tutela dei bambini».

Non è chiaro se don Fortunato Di Noto ritenga che le sentenze della cassazione italiana dovrebbero avere valore in India, così come non è chiaro su quali basi dica che nessuno abbia protestato visto che non 'è un solo quotidiano che non abbia espresso perplessità sul gesto.
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