L'associazione "cristiana" alle vittime di Cutro: «La legge divina dice di non desiderare la roba d’altri»

Si chiama Pro Italia Cristiana ed è l'ennesima associazione di autoproclamati "cristiani" che sostiene di condurre una «lotta per la difesa e la promozione della cultura italiana e della sua tradizione cattolica, contro il progressismo, il multiculturalismo e l'ecologismo antiumano».
Insomma, sono contro il progresso, contro il rispetto del pianeta e sostengono che la "razza" vada difesa come sostenevano anche i fascisti. Naturalmente sostengono che sarebbero in atto «alcune minacce contro la cultura cristiana italiana» perché:
Il “politicamente corretto” ci vuole tutti e solo “cittadini del mondo”, vuole abbattere i confini, si professa contro i “muri” vuole annientare le particolarità e le specificità per diluire tutto in un unico mondo globalizzato in cui a dominare è solo il profitto. E per far questo si serve anche dell’immigrazione clandestina. Ebbene, se noi non sappiamo chi siamo, come possiamo integrare degli stranieri ed evitare un multiculturalismo che in varie parti d’Europa ha già rivelato tutta la sua pericolosità?
Sostenuto che lo straniero rappresenterebbe "un pericolo", precisano che loro odiano soprattutto gli islamici che cercano di identificare nel terrorismo:
A tal proposito, non possiamo chiudere gli occhi davanti al pericolo del radicalismo islamico. La minaccia terrorista non è mai tramontata. Ed aumenta il numero di associazioni, centri studi e moschee in tutto il territorio nazionale: se ne contano oltre 1.200, ma il dato è in continuo aggiornamento.
Considerando che ci sono circa 100mila chiese cattoliche sparse per il territorio nazionale, quel numero non pare così elevato. E se loro amano invocare la loro presunta "libertà religiosa" davanti ad ogni tema, fa pensare si lamentino se la libertà di culto vale anche per gli altri.
Non poteva poi mancare l'appello all'inquinamento, dato che la lotta all'ecologia è ormai entrata in modo preminente dell'agenda politica delle lobby integraliste:
Con la scusa della difesa dell’ambiente, si è ormai imposto un ecologismo radicale che ritiene l’uomo colpevole di tutto, a prescindere. Un ecologismo che per questo, sempre con il pretesto di preservare la natura, ci vuole rendere tutti più poveri!
Quindi il "cristiano" deve ritenere sia meglio contribuire a far morire di leucemia un bambino a causa delle polvero sottoli piuttosto che investire qualche euro in energia pulita?
Se in tutto il sito non si trovano indicazioni su chi ci sia dietro a quel gruppo, è davanti alla pecunia che l'organizzazione pare uscire allo scoperto nel fornire i recapiti dell'IBAN che usano per racimolare soldi:

Si scopre così che siamo davanti ad un rebrand dell'Associazione Luci sull'Est, un'organizzazione che aderisce dalle prime ore alla lobby del WCF diretta da quel Brian Brown che sostiene che «l'omosessualità è degradante per la natura umana. Essere gay distrugge il senso stesso dell'essere umani».
Evidentemente l'invasione russa dell'Ucraina non rendeva più proficuo il loro proporsi come quello che indicavano in Mosca la capitale del "cristianesimo" e così, lo scorso gennaio, si sono inventati un nome diverso per proseguire nelle loro attività.
I loro insulti alle vittime di Cutro
Davanti ai morti di Cutro, li troviamo a pubblicare un surreale articolo a firma di tale Julio Loredo (tipico nome italiano) che risulta collaborare anche con La Nuova Bussola Quotidiana, attualmente impegnata a collaborare con Provita Onlus in una comune crociata contro la sostenibilità ecologica. Insomma, come sempre si constata che dietro le loro molteplici sigle c'è sempre il solito ristretto gruppo di integralisti. Ed è davanti alle bare di quei morti che populisticamente scrivono:
L’immane tragedia di Cutro, sulle coste calabresi, ha riportato in primo piano un problema mai veramente spento: l’immigrazione, ormai fuori controllo con un aumento del 300% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Saranno felice Salvini e la Meloni di vedere che i siti legati a quel WCF di cui loro furono promotori non ritengono che loro abbiano mantenuto le loro promesse. Ma ben più comico è come tentino di sostenere che il razzismo sarebbe gradito a Dio:
Lo Stato è costituito da un popolo indipendente che esercita pieno dominio su un territorio. La sovranità è, dunque, il corrispettivo della proprietà nel diritto pubblico. Così come un individuo ha pieno diritto sulla sua proprietà personale, un popolo ha pieno diritto sul suo territorio. Negare questo diritto è negare la proprietà privata, fondata sulla legge naturale e divina (7° e 10° comandamenti). La negazione della proprietà privata costituisce l’essenza stessa del comunismo. Contro questa concezione comunista di territorio, l’Italia ha pieno diritto di difendere i suoi confini.
Insomma, facevano bene i romani a mandare i cristiani nell'arena dato che avevano il diritto di "difendere i confini" come Salvini sostiene di voler fare punendo chi salva troppe vite umane? Forse, fatto sta che loro ritengono che contro i migranti bisognerebbe citare il 7° comandamento ("Non rubare") e il "10° ("Non desiderare la roba d’altri"). E non va meglio quando tentano di sostenere che sia sempre Dio a volere che qualcuno muoia di fame mentre loro si godono il loro benessere:
Ammessa l’idea di popolo, con caratteristiche che lo differenziano dagli altri, e l’idea di sovranità, ci troviamo necessariamente di fronte a delle disuguaglianze: di capacità, di virtù, di numero, ecc. Ammessa l’idea di territorialità, abbiamo la disuguaglianza quantitativa e qualitativa delle diverse zone territoriali, cioè dei Paesi. Queste disuguaglianze sono un riflesso delle gerarchie che Dio ha istituito in tutto l’universo per meglio riflettere la Sua gloria, secondo quanto spiega S. Tommaso. Si capisce, perciò, come la sinistra, fondamentalmente ugualitaria, sogni di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutti gli Stati, in una sola razza, in un solo popolo e in un solo Stato: la Repubblica Universale. Contro questa concezione rivoluzionaria, l’Italia ha pieno diritto a difendere la propria identità europea e cristiana.
Iniziano poi a dire che il "cristiano" deve pretendere che gli altri si sottomettano alla loro "cultura". Peccato che i cristiani furono quelli che si imposero sulla cultura romana e che trascorsero anni a sostituire le feste pagane con feste religiose al solo fine imporre il loro predominio. Fatto sta che scrivono:
Secondo la dottrina cattolica, magistralmente spiegata da S. Tommaso, chi vuole stabilirsi in un paese deve, come prima condizione per essere accettato, mostrare il desiderio di integrarsi perfettamente nella vita e nella cultura della nazione ospitante. [...] Contro quelli che promuovono l’immigrazione incontrollata, dunque, l’Italia ha pieno diritto di rivendicare la sua libertà di imporre delle regole.
Se fino a qui non si è capito come tutto questo dovrebbe riguardare le polemiche per il mancato soccorso in mare di una barca piena di migranti, ancor meno si capisce perché inveiscano contro i gay in un articolo contro gli immigranti:
Per la sinistra, però, l’idea stessa di Civiltà cristiana è anatema, e cerca di minarla all’insegna della “diversità”, introducendo nuove forme di “famiglia”, nuove forme di “identità di genere”, nuove forme di spiritualità e via dicendo. Cerca di minarla anche attraverso la massiccia immigrazione di popoli con religioni e culture non solo molto diverse ma incompatibili con la nostra Fede e la nostra Tradizione. Un’immigrazione che non dà nessuna mostra di voler integrarsi. Anche perché, nella maggior parte dei casi, l’integrazione implicherebbe la conversione.
Di fronte di tale tentativo di distruzione, l’Italia ha pieno diritto di difendere le sue radici cristiane.
Curiosa è la loro teoria per cui «l’integrazione implicherebbe la conversione». E se l'identità di genere è vecchia quanto il mondo e non certo una «nuova forma» di identità come sostengono loro, ci vuole davvero coraggio per sostenere che sarebbe colpa degli immigrati se l'Italia non è omofoba quanto loro vorrebbero.
E suscita un certo imbarazzo il fatto che, davanti alla strage di Cutro, loro se ne escano con slogan sul «difendere le sue radici cristiane» quando la polemica riguardava il mancato salvataggio di quelle vite. Ma forse non hanno mai sentito parlare del 5° comandamento ("non uccidere").
Il loro credo in Giorgia Meloni
In un altro articolo, rivelano la loro incrollabile fede in Giorgia Meloni attraverso un pezzo intitolato "La Meloni ha vinto Sanremo!". Ed è cavalcando quella contrapposizione tra il festival e la destra populista creata da una certa propaganda che scrivono:
L’esito delle regionali dimostra che gli italiani non avvertono nessuna minaccia per la democrazia o per la libertà. Benigni, Fedez, la Ferragni, la Egonu possono gridare al pericolo fascista, al problema del razzismo, del maschilismo, dell’omofobia.
Ma la gente non corre in massa alle urne a votare Pd o gli altri partiti di sinistra. Non si affanna per salvare la libertà, la tolleranza e… l’amore. Evidentemente chi vive nel mondo reale e non nella bolla dei social o della televisione, sa bene che i veri problemi quotidiani sono altri.
Insomma, il vero "cristiano" deve essere egoista e se ne deve fregare degli altri. Se sei etero, che te ne frega se qualcuno insulta i gay? Se sei bianco, perché dovresti protestare con chi fa razzismo contro un'atleta di colore? Poi proseguono:
Ebbene, la gente normale sa perfettamente che quanto è avvenuto la settimana scorsa sul palco dell’Ariston è solo spettacolo. Di cattivo gusto, certamente. Ma è solo spettacolo. Uno spettacolo ben pagato, usato come arma di propaganda e come mezzo di indottrinamento di massa, che però non incanta più nessuno.
Noi sappiamo bene che a predicare durante il Festival di Sanremo sono solo – sempre per citare la canzone di Masini – “conformisti travestiti da ribelli”. Sì, i veri conformisti, servi del potere sono proprio loro! E poiché ne siamo consapevoli, dobbiamo aiutare anche gli altri a rendersene conto.
D'altronde si sa che queste cosiddette "associazioni" hanno sempre finalità politiche e il loro scopo è quello di promuovere una certa destra.