Pillon schiuma davanti all'outing di Borgonovo


L'ex senatore leghista Simone Pillon pare partire dal presupposto che essere gay sia una cosa brutta, asserendo che il suo amico Borgonovo sarebbe stato "attaccato brutalmente" da un outing dopo essersi speso per aiutarlo ad affossare quel ddl Zan che avrebbe protetto chi subisce vere aggressioni fisiche, assai più brutali:



La destra è curiosa. Se il loro sottosegretario alla cultura va in giro a dire di aver fatto sesso con numerose minorenni o dice che le loro figlie sarebbero tutte "tr*ie", loro non vedono problemi. Ma se qualcuno dice che il loro Borgonovo potrebbe essere gay e che ami praticare in privato ciò che attacca nella sua vita pubblica, loro gridano all'attentato.
Dicono che l'outing sarebbe deprecabile se, al posto di colpire un innocente come quando loro misero in piedi il caso Boffo, colpisce chi ha indirettamente o direttamente cercato di danneggiare la vita ai suoi simili. Magari pubblicando sul suo giornale gli artcoli di wuella Silvana De Mari che va in giro a dire che essere gay sarebbe "una colpa".
Evidentemente alla destra non interessa la verità, a loro interessa solo difendere l'ipocrisia. Vogliono che a parlare di "famiglia tradizionale" sia un divorziato che ha avuto le sue figlie da donne diversa, una tizia che fa figli al di fuori del matrimonio o il presunto gay che si nasconde e che viene invitato da Pillon a "non mollare" la sua attività di istigazione alla discriminazione dei suoi simili.
Peccato che sia la gente di Pillon a ritenere che essere gay sia un male, dato che per gli altri Norgonovo resterà un personaggio da attaccare per le sue idee e mon per i suoi gusti sessuali. Infatti è la destra a ritenere che essere gsy screditerebbe Borgonovo, mentre agli altri è ciò che dichiara a suscitare imbarazzo.
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