Porro e Salvini attaccano la libertà di satira


Nicola Porro pare molto arrabbiato perché non siamo davanti a Libero che paragona deputate di colore a scimmie, ma davanti ad una critica politica al suo amato Salvini. E dato che loro non paiono gradire la libertà di opinione e di espressione altrui, Porro scrive:



Nel suo articolo, Porro dice che il suo Salvini definisce l'opera come un «schifezza disgustosa» e per i deputati Maccanti e Benvenuto saremmo davanti ad uno «scandaloso, volgare e a dir poco inaccettabile quadro», precisando che lui ritiene che i tre abbiano «ragione da vendere».
D'altronde non stupisce che un giornalista di destra ritenga che basti far sentire l'esclusiva campana di destra per giungere alle conclusioni, arrivando al solito vittimismo su cui quella gente continua a campare:

Ovviamente oggi non leggeremo editoriali indignati. Né interviste sull’importanza del rispetto della persona. Ma provate a immaginare cosa sarebbe successo se a una mostra, patrocinata dalla Regione Piemonte e da altre istituzioni, avessero riprodotto la stessa identica immagine, ma con Elly Schlein al posto di Salvini. Apriti cielo.

Se il giornalismo non si fa con i "se" e con i "ma", non è chiaro perché Porro dica che sarebbe successo un putiferio se la critica avesse riguardato Elly Schlein, dato che per trovare vignette di rara tristezza basterebbe guardare ai quotidiani di destra. E lo stesso Salvini diceva che rappresentare Laura Boldrini con una bambola gonfiabile fosse satura:



E siamo certi che quell'immagine sia più offensiva dei cartelloni in cui Jacopo Coghe paragona i figli dei gay a degli oggetti al fine di sostenere le discriminazioni che il Governo Meloni vorrebbe infliggere ai bambini nati contro il loro volere?
Ma si sa che per loro tutto diventa pretesto per inventarsi scontri e tensioni, dicendosi disposti lacerare il tessuto sociale per cercare consensi sulla radicalizzazione.
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