Dopo i gay e le donne, anche i figli dei divorziati finiscono nel mirino degli evangelici

Dopo aver attaccato i diritti dei gay e la libertà di scelta delle donne, il fondamentalismo di estrema destra pare intenzionato ad attaccare anche il diritto al divorzio. D'altronde si sa che l'agenda evangelica della destra evangelica prevede un ritorno alla pastorizia, con matrimoni insolubili e donne che educano i figli in casa in cui sia fatto divieto non essere eterosessuali.
Facendo leva sul solito dio denaro, il pastore evangelico pare volerci spiegare oggi che una donna che osa lasciare il marito che la picchia deve essere fatta morire di fame, esattamente spiegava un prete russo invitato al congresso omofobo patrocinato dalla Lega in virtù del suo sostenere che un maschio non potesse essere considerato un vero maschio se non gli viene permesso di poter picchiare selvaggiamente la moglie.

Ovviamente l'evangelico non si lamenta dei 6.749.657.944 euro versati nelle casse della Chiesa, preferendo urlare che lui non vuole contribuire al sostentamento di chi divorzia. In particolare, contesta un bonus, ma senza spiegare che si tratta di una misura che riguarda unicamente a persone che non hanno potuto mantenere un figlio durante la pandemia a seguito di una perdita, sospensione o riduzione del lavoro.
Quindi va bene dare bonus "cultura" a chi vuole comprare il libro di Pillon con i soldi dei contribuenti, vanno bene bonus zanzariere o esenzioni per le operazioni chirurgiche, ma si vieti di dare soldi per sostenere i bambini che muoiono di fame. Infatti il bonus è relativo al
mantenimento dei figli, non del coniuge.
Il pastore spiega così che lui vuole colpevolizzare i divorziati, tranne quando a divorziare è Adinolfi dato che lui lo promuove senza accusarlo di non essersi saputo tenere la sua prima moglie:

Ed ovviamente c'è chi tira in ballo Dio, sostenendo che loro hanno deciso che Dio dovrebbe pensarla come Carollo:

In quella loro abitudine a sostenere che non sarebbe vero ciò che è vero ma che andrebbe ritenuto tale ciò che a loro fa comodo, una proselita di Carollo arriva a sostenere che tante coppie si separerebbero solo per accedere ad un una tantum versato solo a chi ha perso il lavoro:

Con buona pace per il pastore, il divorzio è un diritto. Chiedere che si puniscano i figli dei divorziati equivale al suo dirsi eccitato per una Meloni che toglie diritti ai figli dei gay per opporsi all'esistenza della loro famiglia. In entrambi i casi è+ per colpire altri che loro cercando i colpire i bambini.