La lobby di Cascioli usa Arisa per incitare odio: «I gay sono intolleranti e razzisti»


Attilio Negrini ci spiega che i gay sarebbero «intolleranti» contro chi sostiene che non vadano tollerati. Chissà, magari riterrà che anche gli ebrei erano intolleranti verso i nazisti che li uccidevano nei campi di sterminio. Fatto sta che è per incitare intolleranza che il rappresentate dell'estrema destra bresciana scrive:



Il fondamentalista cita uno die giornali di Riccardo Casioli, ossi di quel tale che andava per scuole cattoliche a promuovere fantomatiche "cure" dell'omosessualità tra i genitori intolleranti. Ed è con una certa intolleranza che si inventano che Arisa sarebbe stata «cacciata dal Pride» quando è stata lei a decidere di non andarvi per non essere contestata.

Cascioli cerca così di incitare all'intolleranza ai suoi proseliti, sostenendo che i gay sarebbero violenti:

Sommersa dalle critiche, Arisa rinuncia a fare la madrina ai Gay Pride di Milano e Roma, le manifestazioni dell’“orgoglio arcobaleno” previste a giugno. Lo fa con un comunicato stampa in cui, mentre accenna al linciaggio ricevuto, approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. La vicenda, che dura da giorni e che racconta plasticamente la violenza del mondo LGBT+ verso idee anche soltanto non perfettamente coincidenti con le proprie, nasce da un apprezzamento della cantante per la premier in carica.

In realtà è falso, dato che Arisa è stata contestata anche per altre opinioni. Ma se è improbabile che Cascioli inviterà dei gay al suo family day, davvero non si capisce perché sbraiti che i gay andrebbero obbligati con la forza ad ospitare chi simpatizza per chi minacci ala propria vita. Praticamente sarebbe come lamentarsi se i genitori di un bambino stuprato da un prete pedofilo non invitassero a casa loro i parenti del molestatore.

Per invertasi il virgolettato con cui incitare camerati e simpatizzanti di Putin verso un cvieco odio verso i gay, Cascioli aggiunge:

Quanto alle reazioni, quella dell’attivista arcobaleno Dario Accolla (collaboratore del Fatto Quotidiano) le supera tutte: «E dopo Lorella Cuccarini e Cristina D’Avena, diciamo addio ad Arisa. Alla mia comunità dico: basta con madrine non certificate ai pride». Dove quel «madrine non certificate» (neanche fossero tubi in acciaio buoni a trasportare slogan intoccabili) ha scatenato l’ironica di Rocco Tanica, tastierista di Elio e le Storie Tese. «Buonasera dott. Accolla», ha twittato il musicista, «sono perfettamente d’accordo con Lei, basta con i pride pasticcioni che usano madrine non certificate. Io vorrei essere certificato, cosa bisogna fare?». Ma l’attivista LGBTQ+ non è ancora pago, e di fronte alla marcia indietro (forzata) di Arisa, rilancia: «No tesoro, non sei tu che rinunci, è che se ti piace l’estrema destra non sei la benvenuta a casa nostra. Per te c’è Atreju. O il family day». Zeffirelli, Pasolini, Poli, Testori, Arbasino si gireranno nella tomba, ma tant’è. La vera “macchietta” è tutta qui, in un pensiero povero e profondamente razzista.

Certo, i gay sarebbero «razzisti» verso gli omofobi che invocano leggi anti-gay e blocchi navali. Come no? Peccato che sia Casioli a pubblicare articoli in cui tenta di sostenere che ai gay vada vietata ogni libertà religiosa e si debba vietare loro persino la celebrazione di un funerale.
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