Negrini attacca la libertà di critica nei confronti del loro pensiero unico


È dalle pagine del sito integralista Informazione Cattolica che Attilio Negrini attacca quanti hanno ricordato al sindaco di Genova che le norme introdotte per negare un patrocinio ai Pride dovessero valere anche per i convegni politici di persone più gradite all'estrema destra.
In riferimento al comizio di Costanza Miriano, Negrini se la prende con chi «non appena finito di celebrare il 25 aprile con la solita retorica trita e ritrita dell’antifascismo, il giorno dopo dimostra già una inquietante scarsa coerenza». Peccato non chiarisca perché il suo odio contro l'antifascismo dovrebbe avere nessi su chi chiede l'applicazione dei regolamenti comunali che vietavano patrocini pubblici a eventi politici, voluti ed approvati dalla destra.

Negrini inizia così a lanciare accuse di "istigazione alla violenza" chi esprime critiche verso chi invoca leggi che impongano il loro pensiero unico:

“La voce di Genova” scrive che la decisione di non dare il patrocinio arriva dopo le polemiche dell'opposizione e i malumori dei cittadini che sui social hanno manifestato il proprio dissenso. Si era altresì opposto il Coordinamento Liguria Rainbow, sottoineando “come la presa di posizione collettiva abbia messo un punto alla propaganda”, dove per propaganda evidentemente si intende qualsiasi espressione non in linea col pensiero di lorsignori. Si chiede poi se il Comune sarebbe intervenuto per paura delle contestazioni, o per l'imbarazzo a farsi vedere al fianco della “nota sostenitrice di violente posizioni omotransfobiche e antiabortiste”.
Inutile riportare le altre parole infamanti e la considerazione che “la lotta paga, bene saperlo”. Certamente paga sul breve, se si istiga alla violenza e si usa sistematicamente la menzogna per negare il diritto alla parola altrui. La coalizione progressista all'opposizione si era espressa duramente contro la decisione della Giunta Comunale di dare il patrocinio e offrire la Biblioteca Civica Saffi di Molassana, “simbolo di cultura e incontro, trasformandola in un palcoscenico del più becero oscurantismo”, chiedendo la revoca del patrocinio a un evento “divisivo”, esprimendo “solidarietà alle donne e alla comunità LGBTQ+, bersagli dei continui attacchi di Miriano e di questa amministrazione”.
Non si capisce che cosa c'entri Costanza Miriano con tutte queste accuse pretestuose, resta la gravità dell'ennesimo boicottaggio di chi esprime opinioni non conformi al pensiero unico.

Naturalmente tenta anche di avvalorate le teorie di Adinolfi, il quale sostiene che loro si sentano minacciati da chi contesta il loro pretendere leggi che impongano leggi agli altri:

La censura di Costanza Miriano non è che l'ultima di una serie che recentemente ha visto come protagonista vittima Mario Adinolfi, a cui è stato impedito presentare il suo ultimo volume “Contro l'aborto, 17 regole per vivere felici” in quel di Bologna. Anche in quel caso le intemperanze dei soliti contestatori furono fomentate dalla sinistra al governo cittadino.

Insomma, la loro propaganda elettorale passa dal promettere che le destre aboliranno ogni libertà personale e imporranno dogmi religiosi come in Iran. Poi, sempre puntando sul suo disprezzo verso le sinistre, conclude:

E’ davvero così, è facile cantare Bella Ciao e sventolare la bandiera rossa paventando l’esistenza di un nemico morto 80 anni fa. Più difficile è distinguersi da questo nemico e imparare ad ascoltare davvero, se non proprio la Parola rivelata, almeno le opinioni altrui, sempre che si desideri smettere di stare male.

Curioso è come neghi il pericolo fascista mentre confonde il diritto di parola con le pretese di chi chiede leggi che impongano il loro volere agli altri.

Oltre a dire che la sinistra sarebbe cattiva con loro, che la stampa sarebbe cattuva con loro e che i gay sarebberocattivi con loro, ha da ridire anche con YouTube per l'applicazione delle norme contro i discorsi d'odio:



Non sarà che se tutti sino contro di loro è perché loro non sono nel giusto?
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