Nicola Porro si affretta a calpestare la dignità della donna picchiata a Milano


In una palese violazione di qualunque codice deontologico, Nicola Porro definisce al maschile la trans picchiata a Milano. Forse voleva aderire agli inviti alla discriminazione diramati dall'organizzazione forzanovista Provita Onlus o forse era solo intenzionato a corrompere alla discriminazione i neri seguaci che si abbeverano alla sua fonte di legittimazione alla discriminazione. Fatto sta che lo troviamo a scrivere:



Calpestata la dignità della vittima, apostrofando al maschile una donna che ha lottato per affermarsi come tale, il vicedirettore de Il Giornale si affretta a dire che non esisterebbe alcuna omofobia.
In realtà il nesso non pare chiaro, dato che una simile violenza sarebbe stata intollerabile davanti a ogni persona di qualunque orientamento sessuale.
Citando Giuseppe Cruciani come se fosse la Bibbia, Porro ci spiega che «chi parla di violenza omofoba riguardo alle manganellate prese dalla trans a Milano è decisamente un coglione». E dato che tutto va usato per attaccare la sinistra, aggiunge: «I sinistri sono appassionati all’uscita dalla Rai da parte della signora Annunziata».
Ed anche qui non è chiaro quale sarebbe il nesso con il pestaggio. Evidentemente Porro ritiene che solo chi è di sinistra potrebbe avere da ridire su dei propiziatori che picchiano brutalmente una donna trans, spiegandoci perché sia ovvio che se è vero che l'omofobia non è l'unico elemento, l'omofobia rende le persone trans vittime che spesso rinunciano a cercare giustizia per non incappare nei loro attacchi.

Quindi spieghiamo al signor Porro che quella è una trans, non "il trans". Spieghiamogli che se gli altri cittadini vengono chiamati per nome, non si capisce perché le donne trans vengano da lui apostrofate in base all'identità di genere. E magarsi spieghiamogli che non è necessario che davanti ad ogni singolo evento lui crei una sua "verità" di destra che risulti gradita alla destra.
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