Provita continua a usare accuse di "blasfemia" come mezzo di propaganta


L'organizzazione forzanovista Provita Onlus appare assai blasfema in un incessante abuso propagandistico della religione. Forse convinti che l'elezione di Giorgia Meloni ci abbia istantaneamente riportati nel Medioevo, da settimane si divertono a lanciare accuse di «blasfemia» contro chiunque non creda in Putin e nella su omofobia.

Evidentemente intenzionati ad usare l'odio omofobo come mezzo di promozione dell'estrema destra di Salvini e della Meloni, la loro Maria Rachele Ruiu (ovviamente ex candidata non eletta di Fratelli d'Italia) attacca chi tutela la libertà di scelta delle donne scrivendo:

La copertina blasfema dell’Espresso di domani, che mette una mamma e il proprio figlio in croce, è il paradigma dello sguardo di una parte della società sulla maternità. Lo sguardo di chi vuole inchiodare la maternità alla solitudine. Infatti non c’è nessuna donna in Italia che sia stata costretta a partorire, ma ancora sono troppe le mamme costrette a rinunciare ai figli o abortirli perché abbandonate quando vivono gravidanze inaspettate o difficili, o perché costrette a lavorare in un mondo del lavoro a misura di uomo, oppure abbandonate a sopperire alle ingiustizia di aiuti negati, come le mamme caregiver che si trovano notte e giorno ai piedi dei figli, a gridare che anche la loro famiglia venga riconosciuta degna di aiuti. Lo sguardo di chi vuole indurre o costringere le mamme ad affittare i propri corpi per strappargli dal seno i figli e venderli al migliore offerente.

Insomma, la signora Ruiu pare rinnovare il suo credo nell'ideologia di Giorgia Meloni, sostenendo che la donna vada resa madre e che sia importante scimmiottare Putin in un attacco alle famiglie arcobaleno, magari nascondendo il loro attacco alla liberà di scelta delle donne dietro opinabili slogan su fantomatiche donne affittate o bambini comprati.

Impegnata a dire che non possa dirsi "cristiano" chi non vota Salvini o non chiede blocchi navali contro i poveri in onore a Mosca, la signora Ruiu omette di spiegare ai suoi proseliti che la copertina non è neppure nuova, ma è la riproposizione di una copertina di 45 anni in cui si parlava di aborto. Ed ovviamente nel discorso della Ruiu mai si parla di quanto sia assurdo che con la meloni si debba tornare a difendere un diritto come quello:



Ovviamente la signora Ruiu non tarda a dire che lei sogna leggi che limitino le libertà e che impongano un modello di famiglia in stile russo, inventandosi che chi non voglia aiutarla ad eliminare il diritto di scelta delle donne le starebbe discriminando:

La vita generata dalle mamme e dai papà splende anche nelle difficoltà a cui prova ad inchiodarci chi finge che si può fare a meno della mamma o che si può rinunciare alla nostra maternità, peculiarità di donna. E’ lampante: se l’Italia vuole ripartire non può che farlo dalla famiglia generativa e porgere tutti gli aiuti per superare paure, difficoltà da gravidanze inaspettate o fragili, e creare un mondo del lavoro a misura di mamma e di donna. A chi ci vorrebbe discriminare per il solo fatto di essere donne e madri, alla rappresentazione triste e mortifera dell’Espresso, rispondiamo con la Manifestazione Nazionale per la Vita "Scegliamo la Vita" a Roma il 20 maggio, dove con gioia riaffermeremo la potenza della maternità e la gioia di accogliere vite nuove, perché essere mamme è difficile, soprattutto in questa nostra Italia, ma è a vincita certa di felicità.

Sarebbe interessante capire chi mai vorrebbe "discriminare" le donne "per il solo fatto di essere donne e madri", dato che a noi risulta che sia Provita Onlus a chiedere la sistematica discriminazione dei figli di coppie omogenitoriali che loro chiedono siano punite perché hanno voluto essere madri o padri. E neppure si capisce cosa c'entrino le mamme cargiver, dato che ad oggi la sinistra da lei promossa rappresenta una formazione politica assi poco interessata ai disabili
Insomma, la signora Ruiu pare convinta che le imposizioni possano essere spacciate per fantomatici "diritti" di donne che lei ritiene incapaci di poter scegliere, motivo per cui fa intendere che lei ritiene andrebbero costrette a subire il volere della sua organizzazione sui loro corpi.
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