Provita Onlus attacca le diocesi, maledicendo chi prega contro l'omotransfobia


All'interno della loro incessante promozione dell'omofobia, l'organizzazione forzanovista Provita Onlus attacca le diocesi che osano pregare per le vittime di odio. D'altronde Jacopo Coghe fa intendere che lui non saprebbe che farsene di una religione che non può essere usata per promuovere odio e discriminazione.

Ricorrendo ai loro soliti toni prepotenti, scrivono:



Nel consueto comunicato stampa atto a istigare discriminazione, il loro Toni Brandi dichiara:

L’identità di genere, l’adozione per coppie dello stesso sesso, matrimonio egualitario, pratiche sessuali “di ogni genere”, finanche l’utero in affitto e la propaganda gender per minori. Sono tutti temi antitetici al Magistero della Chiesa e alla morale cattolica e che più volte lo stesso Papa Francesco ha condannato, ma evidentemente questo non interessa ai vescovi di numerose Diocesi italiane, che vanno contro l'insegnamento della Chiesa, per appoggiare insensate veglie contro l'OmoTransLesboBifobia che vogliono invece portare avanti le istanze Lgbtqia+.

Se è vergognoso che tentino di attribuire al Papa la loro ideologia, grave è come invitino i loro neri seguaci a non accettare interi gruppi sociali. Ed è violento il loto aver minacciato chi pregherà per le loro vittime:

Come Pro Vita & Famiglia abbiamo inviato una serie di comunicazioni ufficiali via Pec alle Diocesi interessate, per esprimere le preoccupazioni di numerosi fedeli e quindi chiedere conto di queste veglie. Le risposte o il silenzio dei vescovi sono stati eloquenti e gravissimi. Crediamo infatti sia giusto essere vicini a tutti e condannare ogni forma di violenza e discriminazione, ma appoggiare apertamente o non prendere le distanze dalle veglie di preghiera arcobaleno significa lasciare campo aperto alla promozione dell'ideologia Lgbtqia+ e dunque alle istanze che porta avanti: identità di genere, fluidità sessuale, gender per minori nelle scuole, matrimonio egualitario, adozione per coppie gay, utero in affitto. Come può tutto questo essere accettato dai vescovi?

Dato che Toni Brandi non è Papa e neppure è primate della Chiesa ortodossa, non si capisce perché voglia dettare legge in campi che non lo competono. Ed è grave difenda la discriminazione insultando chi predca i Vangeli anziché predicare Putin come lui.

Si passa così alla lista di prescrizione, incitando i loro proselii contro chiunque non ritenga che Dio sia malvagio come loro lo dipingono:

In particolare abbiamo chiesto spiegazioni alle Diocesi di Bergamo, Milano, Bologna, Treviso, Genova, Palermo, Bari-Bitonto, Lecce, Agrigento, Parma, Lucca, Civitavecchia, Venezia-Mestre, Padova, Vicenza, Napoli, Reggio-Emilia, Ragusa, Cosenza e Chiavari e ve ne sono altre. Siamo stupiti e amareggiati che molti non hanno risposto e in altri casi le risposte siano state di “equidistanza” tra non appoggiare né sponsorizzare oppure di limitarsi a “vigilare” su ciò che è stato detto o succederà in queste veglie. Addirittura il vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi, ci ha risposto che “ritiene suo dovere presiedere all'iniziativa per ragioni di Vangelo”, mentre il vicario episcopale della Diocesi di Milano, pur dicendo di “comprendere la preoccupazione” ha affermato di “trovare eccessivo l'allarmismo” nei confronti di una iniziativa ecumenica, tra l'altro in programma proprio stasera a Milano. Ringraziamo, invece, monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, che ha pubblicamente preso le distanze dalle veglie non riconoscendosi “nel linguaggio mutuato dalla teoria gender”.

L'unica cosa preoccupante è che alcuni vescovi non li abbiano mandati a quel Paese come il vescovo di Parma.
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