Chi è l'Elisa di Jacopo Coghe?


Jacopo Coghe annuncia che Elisa lo aiuterà a chiedere che la famiglia sia criminalizzata, che alcuni bambini siano strappati all'affetto dei loro genitori e che si aumenti la probabilità statistica di spingere degli adolescenti al suicidio dopo che loro imporranno per legge l'obbligo di discriminazione nelle scuole.



Ma tranquilli, la loro Elisa non è l'Elisa che tutti noi conosciamo. La loro Elisa è una signora che gestisce un canale con meno di mille followers e che si lamenta che YouTube rimuova quei suoi video che violano le norme. Ed ovviamente non lo fa gratis, ma chiede donazioni agli omofobi che vogliono contribuire alle sue campagne di promozione della discriminazione.
Particolarmente arrabbiata con le persone trans, la signora Elisa pare trascorrere il suo tempo a ripetere che a lei non sta bene che agli altri sia garantito rispetto, perché lei vuole che le donne trans siano apostrofate al maschile e vuole che si dica che chi non fa altrettanto starebbe "mentendo".
Insomma, la signora non si batte per dei diritti, ma solo perché vuole che vita di altri sia danneggiata in ode al suo pregiudizio.

Anche se non pare abbia molto senso che lei censuri i nomi delle persone che aggredisce se poi lascia leggibile il medesimo nome all'interno del messaggio in cui lo cita (qui censurato da noi) definisce "insulti" i garbati messaggi in cui le sue vittime osano chiedergli perché ritenga che l'identità non appartenga alla persona ma vada imposta dai medici sulla base dei genitali:



La signora si professa anche una "divulgatrice di tematiche gender", ossia di una truffa ideata da un prete indagato per abusi sessuali che nessun organo scientifico riconosce:



La signora Elisa Boscarol risulta ovviamente vicina ai gruppi no-vax e vanta la promozione di Meluzzi e del giornaletto che il pastore evangelico Carollo ama elogiare per i suoi attacchi ai gay:





L'articolo racconta alcune alcune curiose teorie sostenute dagli organizzatori dell'evento. Se l'Oms definisce l'omosessualità come una naturale variante dell'orientamento sessuale, loro cercano di sostenere che sia una "scelta" e che i gay vogliano "omosessualizzare" i bambini.

«Vogliamo mettere in luce quanto le scelte sessuali e personali, delle quali abbiamo un enorme rispetto, non debbano essere condizionate da ingerenze da parte del mondo medico e di quello psicanalitico nei confronti soprattutto della fascia infantile», dichiara Gianpiero Alaimo. &alquo;Siamo convinti che il bambino abbia il diritto di incamminarsi in un excursus infantile non stornato da agenti esterni e al momento opportuno possa fare quelle scelte, visto che ha acquisito le giuste informazioni che gli permetteranno una scelta oculata».

Evidentemente il signor Gianpiero Alaimo ha riflettuto in modo accusato prima di decide che lui si percepiva maschio e che a lui piacevano le donne. Poi, dopo aver parlati o in maniera molto superficiale della Gpa, è facendo leva sul bigottismo che prosegue:

Vogliamo sollevare l’attenzione, anche da parte dei genitori, di quello che potrebbe essere l’atteggiamento scolastico: già in Spagna e in Inghilterra circolano pubblicazioni in cui l’interesse sessuale dei bambini viene stimolato fin nei primi anni dove la gioia del gioco viene forzato verso la curiosità sessuale. Queste pubblicazioni si stanno introducendo anche da noi, ma siamo in grado di fornire ai genitori un’autocertificazione da poter presentare al direttore della scuola con dei punti fermi per poter essere informati di ciò che avviene nell’istituto.

In linea con l'agenda evangelica dell'estrema destra statunitense, sostengono che il genitore dovrebbe chiudere i figli in casa ed ducarli da sé se qualcuno oserà proporre tematiche che loro non gradiscono:

Chiaramente toglierlo da quella scuola. Oggi però esiste la realtà della scuola parentale che sta avendo un notevole risultato in quanto crea un rapporto tra insegnante e allievo molto più umano di quello che potrebbe avere l’ambito scolastico classico (a parte le dovute eccezioni). Nel convegno proporremo una sorta di modulo che il genitore potrà compilare e portare al direttore didattico, il quale sarà avvertito che in caso derive da parte ministeriale, ma anche fossero avallate dal Ministero, il genitore può - come detentore di tutela del minore - procedere per vie legali o ritirare il bambino dall’ambito scolastico.

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