La Lega vede «troppi comunisti» e «censura» nella risposta della Rai a Claudio Lippi


In una qualsiasi azienda, insultare i dirigenti comporterebbe un licenziamento per giusta causa. Ma forse i membri della casta non lo sanno, dato che il leghista Giorgio La Porta sostiene che pretendere che i sostenitori di Giorgia Meloni debbano sottostare alle comuni regole imposte agli altri sarebbe «censura».

Ospite dei dei parlamentari di Fratelli d'Italia, Claudio Lippi ha pronunciato frasi come: «Basta con la propaganda dei Fazio e delle Annunziata. Basta con la kultura con la k», «Serve il linguaggio popolare di Giorgia», «Andrea Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out».
La Rai, come era doveroso fare, ha semplicemente dichiarato che «alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore».

Ma La Porta non ci sta. Dice che lui vedrebbe comunisti ovunque e non tollera che non venga dato un ricco stipendio pubblico a chi ha recitato la formula di sottomissione al pensiero unico che il governo imporrà a spese dei contribuenti attraverso la sua nuova Tele Meloni:



Infatti. In In Rai sono talmente comunisti che Sangiuliano, direttore del TG2, è diventato ministro. Hoara Borselli avrà un programma, insieme al biografo di Salvini. E anche gli amici personali della meloni otterrano i programmi di punta che ono stati costruiti col lavoro di altre persone, così da non dover fare troppa fatica.
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