Salvini ritiene che la Santanché non abbia motivo di dare spiegazioni agli italiani


Matteo Salvini ritiene che la ministra Santanché non debba rendere conto al parlamento della vicenda che vedrebbe numerosi dipendenti licenziati senza TFR mentre lei si intascava enormi bonus auto-assegnati: «Io mi fido, poi scelga lei se venire o non venire, per me non è assolutamente necessario», dichiara Salvini in riferimento alla richiesta di chiarire in parlamento quanto emerso dall'inchiesta.
Poi, in riferimento all'inchiesta che ha visto i giudici scrivere nero su bianco che non vi fosse dubbio alcuno che al Metropol si stesse trattando di finanziamenti neri al suo partito, ha aggiunto: «Io mi fido dei miei colleghi con cui lavoro in Consiglio dei Ministri e non è un articolo di giornale o una trasmissione televisiva a farmi cambiare idea. Anche perché, stando agli stessi articoli di giornali e alle stesse trasmissioni televisive, io avrei dovuto rubare non so quanti milioni di euro ed essere arrestato alcune decine di volte e poi è finito nel nulla». Peccato che il fatto che non siano stati identificati i corrotti ma solo il tentativo di reato non è esattamente un nulla.

Dice di aver fiducia nella collega anche Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia: «Daniela Santanchè ha dato la sua disponibilità, se chiamata formalmente, a chiarire ogni dubbio in Parlamento. Non siamo preoccupati. Se ci dovessimo preoccupare tutte le volte che dalle opposizioni provano a sollevare un caso». ma anche qui non pare che l'opposizione c'entri nulla, dato che a parlare sono stati gli ex dipendenti della ministra.

Intanto è spuntato un dipendente dello stabilimento balneare Twiga, di proprietò di Briatore e della Santanchè, che risulterebbe pagato dal Senato della Repubblica in quanto inserito nello staff del presidente La Russa.
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