Il governo di Giorgia Meloni boccia la direttiva europea sull'anticorruzione
Dopo che Salvini ha limitato i controlli sugli appalti dopo aver eliminato le gare di appalto, ora il governo di Giorgia Maloni ha bocciato la direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue sulla lotta alla corruzione.
Secondo Antonio Giordano di Fratelli d’Italia, l’Ue non avrebbe competenza in materia di anticorruzione e quindi loro tuteleranno chi corrompe e chi si fa corrompere. la direttiva prevedeva pene non inferiori a sei anni di reclusione, possibilità di dichiarare l’incandidabilità dei corrotti, eliminazione dei privilegi legati all’immunità, tempi certi dei processi anche con l’indicazione di una prescrizione “sufficiente a fare giustizia” e supervisione pubblica anche dei funzionari delle Istituzioni europee. Ma la direttiva riteneva fondamentale anche l’abuso d’ufficio, recentemente cancellato dalla riforma di Nordio.
«La direttiva europea ribadisce che l’abuso d’ufficio è un reato fondamentale nella lotta alla corruzione che non può essere abolito come vorrebbe fare il ministro della Giustizia Nordio», commentano i parlamentari del M5S. Inoltre sostengono che la bocciatura «non solo perché va contro le raccomandazioni del Presidente della Repubblica Mattarella e le rassicurazione della stessa premier Meloni, ma anche perché il parere di maggioranza presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Antonio Giordano è motivato con l’argomentazione clamorosamente falsa che l’Unione europea non ha competenza, secondo loro, in materia di armonizzazione delle legislazioni nazionali».
Dello stesso parere il Partito Democratico, pe ril quale è «incredibile il voto contrario della destra» peraltro «nel giorno della commemorazione di Paolo Borsellino» al fine di contestare «la necessità, l’opportunità, il valore aggiunto e le scelte di merito elaborate dalla Commissione, lanciando un segnale devastante di lassismo e indebolimento degli strumenti di contrasto alla criminalità in Italia e in Europa»,