La Chiesa evangelica sostiene che Lega e Fratelli d'Italia priveranno le donne dal diritto di scelta


Il pastore evangelico Luigi Carollo ama sostenere che i reati d'odio sarebbero una sua presunta "libertà di espressione" e che sarebbe "liberticida" ogni forma contrasto alla promozione della discriminazione. Peccato poi invochi legge liberticide che impongano alle donne l'obbligo di fare ciò che dice lui.

Citando il suo solito smico di Forza Nuova, l'evangelico assicura che Giorgia Meloni e Matteo Salvini limiteranno il diritto di scelta delle donne:



Con i suoi soliti toni da Ventennio, è spacciando l'estrema destra per "centro destra" che Elia rovera scrive:

Da quando al governo del Paese vi è il Centrodestra si è riaperta la discussione sul tema dell’aborto. Sempre più italiani si domandano se sia davvero così opportuno che una Nazione evoluta legalizzi la pratica dell’Interruzione Volontaria di Gravidanza.
La politica sul tema è spaccata. A Sinistra si difende la Legge 194, quella che legalizza l’aborto, come fosse la migliore delle leggi presenti nel nostro ordinamento giuridico. A Destra si difende la Famiglia ma sull’aborto non c’è unanime pensiero.

Al solito, per loro tutto si ridice all'invettiva contro le sinistre a sostegno di una destra populiste che lui sostiene "difenderebbe la famiglia" perché omofoba. E se non è chiaro in che modo una meloni che non è sposata col padre di sua figlie o un Salvini che ha avuto figli da fidanzate sempre diverse dovrebbero incarnare il loro modello di "famiglia tradizionale" che andrebbe "difesa" imponendo discriminazioni ai propri figli, arriva a scrivere:

In area “Lega” l’ex Senatore Simone Pillon, ha più volte dichiarato che la Legge 194 “è diventata una sorta di passe-partout per sostenere il diritto all’aborto, ma in realtà la legge non prevede un tale “diritto”: l’aborto resta infatti un reato ad esclusone dei giustificativi previsti appunto dalla normativa.

E se fa sorridere vogliano sostenere che a decidere la legge debba essere il loro Pillon (che peraltro partecipò ad alcune veglie di preghiera dell'evangelico Carollo invocando la venuta di Orban), dicono che anche il partito di Giorgia meloni la penserebbe così:

A fargli eco e a dargli manforte il Senatore Isabella Rauti, “Fratelli d’Italia”, che definisce la Legge 194 come “datata”. Sul tema ha infatti detto: “Vanno rivisti i termini ed anche il ruolo, mancante, relativo alla figura paterna. Negli anni c’è stata molta propaganda relativamente al “diritto” all’Interruzione Volontaria di Gravidanza ma nessuna relativamente ai rischi legati all’aborto: vogliamo colmare questo vuoto e anche dire alle donne che c’è una legge che permette di far nascere il proprio bambino in una struttura pubblica per poi darlo, in anonimato, in adozione. Ma anche di questa legge si parla troppo poco”.

Secondo la signora, a decidere sul corpo della donna dovrebbe essere l'uomo:

Risulta interessante notare come a chiedere più coinvolgimento della figura paterna sia una donna. Il Senatore Rauti, infatti, ha piena consapevolezza del fatto che – nella maggior parte dei casi di aborto – la donna decide da sola, senza tener conto dell’opinione del partner.

Arriva poi l'ennesimo leghista:

Degne di nota anche le parole del Senatore Massimiliano Romeo (nella foto a destra), Capogruppo della “Lega” al Senato, che nel 2018 disse: “Va applicata la prima parte della 194, a tutela della vita e che mira a dissuadere le donne dall’aborto. Ma il dato sui fondi è critico: se nel 2007 il fondo per le politiche famigliari era pari a 220 milioni di euro, oggi si è ridotto ad appena 3,8 milioni”.
Analisi interessante che mostra come la politica abbia destinato poche e rarefatte risorse per sostenere quelle donne che – troppe volte – optano per l’interruzione di gravidanza spinte dalle ristrettezze economiche più che da una reale volontà di interrompere la vita del bimbo che hanno in grembo.

non è chiaro su quali basi il signor Rovera sostenga che le donne abortirebbero perché povere. Di certo è evidente che lui vorrebbe interferire con le loro decisioni e stringerle a fare ciò che dice lui. E così inizia ad inveire contro le femministe:

Secondo le femministe sopra le righe di “Non Una di Meno”, invece, “La genitorialità è una scelta e l’aborto è un diritto”. Non a caso costoro tengono a ribadire come “l’obiezione di coscienza è sempre più alta, con picchi dell’80% nelle regioni governate da “Fratelli d’Italia”. L’aborto in Italia non è più accessibile ed è colpa diretta di questo Governo e delle Associazioni “Pro Vita”. Siamo enormemente preoccupate per cosa significherà questo per la nostra vita”.

Attribuendosi la rappresentanza di un imprecisato "molti", conclude:

Il dibattito è aperto e lo scontro ideologico è più che mai vivo. Sicuramente nel prossimo futuro vi saranno occasioni per approfondire il tema e, magari, per apportare delle modifiche alla Legge 194 del 1978 che – secondo molti – andrebbe addirittura abrogata.

Insomma, loro sognano una bella dittatura in cui Carollo avrà il dominio sugli uteri delle donne, deciderà chi si possa sposare e chi vada reso vittima di discriminazioni. Praticamente quanto avviene in Arabia Saudita.
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