Lo staliking di Pillon a Emanuela

Le invettive dell'ex senatore leghista Simone Pillon contro Emanuela paiono ormai prossime al reato di stalking. Proponendosi come l'avvocato pregiudicato che prende in giro i giudici che applicano la legge, urla che a lui non sta bene che una donna possa essere riconosciuta per ciò che è. E così si inventa paragoni di rara stupidità, quasi confidasse nella valutazione dei patriarchi russi riguardo alla bassissima cultura che spopola fra il suo elettorato:

Pillon ribadisce che i leghisti esigono sterilizzazioni forzate e mutilazioni genitali, anche se non richieste dalle leggi vigenti. E dunque, invita ogni intollerante che condivide la sua fede in Putin a non accettare le sentenze e a unirsi al suo bullismo.
In realtà i giudici non hanno "trasformato" un bel nulla dato che hanno semplicemente constatato una realtà. Emanuela era già una donna quando ha ottenuto quel riconoscimento esattamente Pillon era già un omofobo ancor prima che lo riconformasse con questo post.
Per mostrare l'orrore della violenza della sua ideologia, l'ex senatore ricorre ancora una volta al body shaming. Peccato che se qualcuno avesse fatto battutine sulla sua scarsa mascolinità, probabilmente avrebbe frignato come una ragazzina.