Omicidio di Primavalle. Il Giornale si gioca la carta della truffa "gender" contro chi chiede contrasto al sessimo


Assolvendo al suo suolo di organo di propaganda incaricato di fomentare odio e intolleranza al servizio delle destre populiste, Il Giornale continua mostrare come le destre preferiscano gli insulti alle argomentazioni. E così, tale Marco Leonardi afferma che le opinioni di Laura Boldini debbano essere ritenute "deliranti" dai loro lettori:



Partendo dal presupposto che se va bene un Salvini che si procura finti bambini di Bibbiano per fare propaganda, la sinistra va accusata di strumentalizzare l'omicidio di Primavalle se osa porsi domande sulle ragioni sulle cause del gesto.

A detta de Il Giornale, a costituire "delirio" sarebbero state queste parole:

Quello che ancora manca è un serio e capillare lavoro culturale, a partire dalla scuola, dove andrebbe introdotta una nuova disciplina di studi: l'educazione sentimentale. Senza che questo percorso venga ostacolato dalla destra, la quale continua ad appellarsi a una fantomatica e non meglio identificata 'teoria gender' - che nessuno, nemmeno a destra, ha ben capito cosa sia - rendendo quindi difficile anche a chi insegna affrontare un tema a cui non possiamo più sfuggire". Il nesso logico ci sfugge, a maggior ragione leggendo le ulteriori argomentazioni della deputata.

Se pare assurdo che il signor Leonardi non si sia accorto di come sia palese che la destar usi la truffa "gender" per bloccare ogni progetto di contrasto al sessismo, peraltro con la signora Giorgia Meloni che candidamente ammette di non conoscere il significato di una parola che cita in continuazione, Il Giornale ricorre alla truffa "gender" per negare che quella truffa venga usata contro i progetti di contrasto al sessismo:

E infatti non ci risulta che qualcuno nel centrodestra sia contrario a questi valori assolutamente condivisibili (sarebbe assurdo accadesse). Eventuali contestazioni sono invece sorte ogni qual volta dall'area progressista si è tentato di unire questi sacrosanti principi alla promozione di ideologie di genere che non trovano tutti concordi. E che da tempo sono al centro di un legittimo confronto tra le idee.

Peccato che un "confronto di idee" dovrebbe partire da basi scientifiche, non dal sostenere che l'identità di genere sarebbe una "ideologia" da usare come pretesto per attaccare anche il contrasto al sessismo. Poi, non contento, aggoiunge:

"Se non agiremo sulla causa di questi incessanti femminicidi, continueremo a rimanere alla finestra in attesa di veder passare e contare l'ennesima vittima. Un conteggio che vorremmo non dover tenere mai più", ha concluso la deputata dem. Che la politica intervenga sulla prevenzione educativa e culturale è certo auspicabile. Che lo faccia a partire da rivendicazioni di parte, tuttavia, non ci sembra il miglior modo di iniziare questo necessario percorso.

Il loro sostenere che riconoscere l'esistenza dell'identità di genere sia "rivendicazione di parte" pare un delirio. Ma un delirio vero, non quelli che loro si inventano per istigare all'odio i loro lettori.
1 commento