Pillon torna a elogiare il patriarcato e si inventa che tutti odierebbero i propri padri


Dopo le vergognose offese a Michela Murgia, il leghista Simone Pillon parrebbe intenzionato a mettere a frutto la visibilità ottenuta grazie all'orrore suscitato dalle sue parole in un'ode al patriarcato e al dominio macchine delle donne.
Ovviamente cita a casaccio il '68 e le odiate conquiste delle donne, sostiene che sarebbe in atto una imprecisata «congiura contro il padre» e che il padre sarebbe una «figura odiata». Non sappiamo se lui odi suo padre e se la sua omofobia derivi da un rapporto difficile con suo padre, ma sappiamo che tante persone non odiano il padre. Anzi.

Pare dunque del tutto surreale e privo di qualsivoglia senso logico in cui scrivere:



Se è nota la sua propensione nel fantasticare su coiti e eiaculazioni, fa sorridere dica che si dovrebbe essere grati a chi ha ingravidato una donna. Anche perché il alcuni casi tale azione potrebbe essere imputabili a stupratori o a genitori che abbandoneranno la famiglia.
Si inventa anche che conterebbe la crescita dei figli, anche se però nega tale aspetto quando chiede che i figli delle famiglie lgbt siano resi orfani. Ed è un po' strano neghi che se un padre sa fare il padre, è difficile verrà odiato come lui sostiene.
Visto che l'abuso protagonistico della religione è un suo classico, dice che il padre sarebbe espressione di Dio. Evidentemente la madre non sarebbe espressione di niente, dato che il Pillon-pensiero pare basarsi sul sostenere che Dio sia un maschio eterosessuale bianco incline all'omofobia e favorevole all'operato di Putin.
Non si capisce perché sostenga che sia colpa del '68 se alcuni adulti hanno problemi col padre, inventandosi che i rapporti con la madre sarebbero più facili.
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