De Carli torna ad inveire contro la libertà di scelta dei malati terminali

Mirko De Carli è probabilmente uno dei pochissimi esseri umano al mondo che riesce a non provare vergogna nel definire "disabili" i malati terminali. Ma dato che lui ci campa sul dire che bisogna obbligare gli altri a fare sesso con chi dice lui, che il matrimonio vada riservato a chi dice lui, che la femmina deve stare in cucina come dice lui e che il malato va torturato perché lo ordina lui, scrive:

L'esponente del partito di Mario Adinolfi contesta la candidatura di Marco Cappato per il posto vacante al senato lasciato libero da Berlusconi. Secondo sua consuetudine, De Carli esordisce con una serie di insulti:
Non di per sé una gran notizia, Cappato si è candidato più o meno a tutto salvo scoprire spesso che tocca raccogliere le firme, senza riuscirci, come ad esempio alle ultime elezioni politiche del 2022. Il collegio di Berlusconi poi, Monza e Brianza, è blindato per il centrodestra dunque l'entusiasmo di Carlo Calenda e di +Europa, così come la freddezza del Pd a cui pure Cappato si è offerto come candidato, lasciano il tempo che trovano. Quel seggio sarà di Adriano Galliani o di chi lafamiglia Berlusconi vorrà, è un feudo.
Se ci risulta che Berlusconi abbia acquistato la squadra del Monza, ma non ci risulta abbia acquistato anche i cittadini e che la famiglia Berlusconi possa rivendicare qualsivoglia diritto contro la libertà di voto degli elettori.
De Carli, che è solito sfruttare queste occasioni per portare avanti la sua battaglia ossessiva contro le libertà personali, scrive:
Il punto è che Cappato è bravissimo a sfruttare queste occasioni mediatiche per portare avanti la sua battaglia ossessiva per quella che chiama "eutanasia legale", il tutto tra il plauso dei media di ogni colore.
Ovviamente precisa che lui si batte contro l'autodeterminazione altrui, spiegando che il suo partito di batte per imporsi agli altri:
In tribunale poco ci manca che la pm invece di fare la pubblica accusa scriva lettere d'amore a Cappato e fuori in piazza c'è sempre il Popolo della Famiglia a ricordare che per l'ordinamento giuridico italiano la vita non è un bene disponibile.
Citando Soros a casaccio, si inventa che permettere al sofferente di non essere torturato sadicamente sarebbe una questione economica, e quindi si dovrebbe torturare qualcuno solo per spendere di più:
Attraverso di lui i suoi danti causa, tra cui George Soros, impongono il modello per cui il soggetto non produttivo va eliminato. Possibilmente non deve nascere (selezione eugenetica ormai massiva attraverso le pratiche abortive), se nasce deve essere quanto prima soppresso (eutanasia anche pediatrica) e comunque la sua vita va certificata come peso per la società che non ne deve sopportare i costi.
De Carli ci tiene molto a far credere che chi chiede l'eutanasia verrebbe imposta contro il volere di chi la chiede, raccontandosi che qualcuno vorrebbe spingerli al suicidio assistito quando in realtà sono loro a soffrire:
La questione eutanasia è la questione centrale per la vita di tutti noi, è oggi la questione politica per eccellenza. Si tratta di offrire una risposta a chi non ce la fa. Cosa si fa? Lo si sostiene, lo si aiuta, si fa sentire come la sua vita sia importante e dignitosa anche in condizione di sofferenza oppure si decide di farlo sentire un peso da eliminare il prima possibile perché altrimenti costa?
Sempre inventandosi che i malati terminali sarebbero "disabili" e tirando in ballo il nazisti in un squallido paragona tra chi chiede di essere risparmiato da torture e chi veniva ucciso da Hitler, prosegue:
In Italia ci sono stati già due suicidi assistiti, cioè organizzati dallo Stato. Non sono i 17mila l'anno di Olanda e Canada, ma due per me sono già troppi. Due disabili, uno di 44 e una di 78 anni, hanno avuto l'autorizzazione dalle strutture sanitarie di due regioni governate dal centrodestra: le Marche e il Veneto. In Veneto il governatore leghista Luca Zaia è apertamente favorevole a eutanasia e suicidio assistito. Ora serve una parola chiara al massimo dei livelli.
Siamo stanchi di essere il solo soggetto politico, come Popolo della Famiglia, a spiegare che l'eutanasia è una pratica barbara di soppressione da parte dello Stato dei più deboli, non a caso nata in epoca nazista e praticata attraverso la Aktion T4 per risparmiare denari da investire in materiale bellico.
Senza chiarire a nome di chi pretende che il mondo vada dietro alle sue rivendicazioni, De carli dice che la Meloni dovrebbe dirgli di essere contraria alla libertà di scelta dei malati:
Le analogie con il tempo presente sono impressionanti, compresa la campagna mediatica di legittimazione di tale pratica. Chiediamo al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oltre che al candidato del centrodestra nel collegio di Monza per il Senato delle suppletive di ottobre, una esplicita dichiarazione di contrarietà a qualsiasi pratica eutanasica.
Non valgono dichiarazioni pregresse. In passato Giorgia Meloni marciava con noi per abolire l'aborto o per contrastare il varo della legge Cirinnà, oggi i suoi slogan solo "la legge 194 non si tocca" e "questo governo non prenderà alcun provvedimento contrario alla comunità Lgbtq". Servono dunque parole chiare e fresche.
Insomma, De Carli vuole che lo stato imponga il suo volere ai cittadini e che costringa tutti a subire le sue decisioni. Il malati va torturato, il gay va discriminato, la donna va tenuta in cucina. Peccato che lui possa già fare tutto ciò che vuole, quindi non si capisce perché voglia vietare la libertà agli altri.