Pillon torna a incitare odio, parlando di "talebani gender" e "lobby lgbt"
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Il leghista Simone Pillon, talebano omofobo ed esponente delle violenti lobby transfobiche, ha fatto proprio il Vangelo secondo Vannacci. Evidentemente tutto eccitato da un generale che si permette di sostenere che i gay non sarebbero normali, pare divertirsi un mondo a usare il termine "normale" per istigare discriminazione e odio:
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Anche i nazisti incolpavano gli ebrei per ciò che gli facevano. E tra un Pillon che è libero di fare ciò che vuole e chi viene discriminato perché lui non tollera si possa avere un'identità o un orientamento sessuale diversi da quelli che lui sostiene di avere, pare evidente chi sia il discriminato. Dirsi discriminati perché non di può discriminare è quantomeno assurdo. Ed è assurdo gioire perché si stanno corrompendo i propri proseliti a pensieri del genere:
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Definire "coraggioso" e "libero" chi odia e discrimina definisce il personaggio e chiarisce l'incostituzionalità della sua ideologia.
I fatti citati da Pillon riguardano le scuse poste da Carlos Santana per quanto dichiarato a fine luglio sul palco dell'Hard Rock Hotel & Casino di Atlantic City, New Jersey. Parlando di transizione di genere, disse: «Quando Dio ha creato me e te, prima che uscissimo dal grembo materno, sapevamo chi e cosa eravamo. Poi, quando cresci, vedi le cose del mondo e inizi a credere che potresti essere qualcosa di diverso che ti suona bene. Ma sai che non è giusto, perché una donna è una donna e un uomo è un uomo. Ed è tutto. Poi qualunque cosa tu voglia fare a casa tua, sono affari tuoi, a me sta bene». Unendo le mani ha poi detto di «essere così col mio fratello Dave Chappelle».
Dopo le critiche, il chitarrista ha inviato a Billboard un comunicato: «Sono dispiaciuto per l'insensibilità delle mie parole. Non riflettono il fatto che intendo onorare e rispettare tutti gli ideali e tutte le convinzioni. Comprendo che quel che ho detto ha offeso delle persone, non era mia intenzione farlo. Mi scuso sinceramente con la comunità transgender e con chiunque io abbia offeso».
Il leghista Pillon, invece, sostiene sarebbe "coraggioso" chi offende, dicendosi fiero di chi insulta e calpesta la dignità umana.