Strage di Bologna, la Meloni tace sulla matrice neofascista


Quelli ritratti nella fotografia sono il fascista Luigi Ciavardini, esecutore materiale della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, in compagnia di Chiara Colosimo, attuale deputata alla Camera per Fratelli d'Italia che è stata nominata presidente dell'Antimafia da Giorgia Meloni.
E se oggi Giorgia Maloni ha diserrato la celebrazioni per commemorare la strage neofascista di Bologna, è evidente che abbia creato polemiche il fatto che la signora si sia dimenticata di citare la matrice neofascista di quella strage quando ha preferito parlare genericamente di "terrorismo". E con lei, anche Piantedosi non ha voluto parlare di neofascismo.
Se persino La Russa ha ammesso che «la definitiva verità giudiziaria ha attribuito una matrice neofascista» e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato come «la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato», la signora Meloni preferisce parlare di terrorismo: «Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci -ha dichiarato la Meloni- Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento».

A sostenere il negazionismo della Meloni è anche Francesco Borgonovo, che sul quotidiano di Belpietro scrive:



Sarà stato il "gender"? I "sinistrati"? L'Europa? O sono state le persone condannate, tutti neofascisti?
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