Gli evangelici sostengono che gli stupri di Caivano siano colpa dei genitori e della scuola
Estelinda Schiera è la moglie del pastore evangelico Luigi Carollo. Anche lei impegnata come pastora nell'attività di famiglia, è a nome della Sabaoth Church di Modena che ha rilasciato un'intervista sui fatti di Caivano ad Elia Rovera, ossia a quel tizio vicino a Fiamma Tricolore che viene finanziato dalla sua congregazione:
Naturalmente i volti dei loro figli minorenni li abbiamo oscurati noi, dato che i due evangelici non paiono aver remore nell'esibirli dopo che l'aver scritto frasi a sostegno dei reati d'odio sul corpo della più piccola portò i due ad apparire su Rete 4.
Nel suo articolo, Roveda chiarisce due cose. La pastora parlerebbe "da mamma" e vuole essere chiamata al maschile come la Meloni. E così, pur essendo femmina, viene etichettata come "il pastore Estelinda":
Da diversi giorni non si fa altro che parlare degli stupri avvenuti a Caivano (Napoli) ma in tutte le trasmissioni televisive si dà molto spazio alla retorica, alla demagogia, ma poca alle famiglie che sono – senza dubbio – le più colpite dalla vicenda.
Abbiamo perciò deciso di parlarne con il Pastore della “Sabaoth Church” di Modena, Estelinda Schiera. Il punto di vista di un ministro di culto che è anche mamma è certamente meritevole di attenzione.
Nella sua intervista, la signora sostiene che bisognerebbe sottrarre i figli alle scuole e farli educare dai genitori:
La questione che da mamma mi lascia perplessa è questa: cosa stiamo facendo come genitori, come tutori, come educatori dei nostri figli per evitare queste situazioni? Credo che tutto inizi all’interno del nucleo familiare. Noto, sempre di più, la crescente mancanza di comunicazione tra papà, mamma e figli. Di conseguenza mancano le attenzioni che spettano e meritano i figli – e soprattutto gli adolescenti – in questa delicata fase della loro crescita.
Sempre di più si tende a delegare l’azione educativa a terze persone (scuola, parrocchia, …) dimenticando che tanto la Parola di Dio quanto il Codice Civile attribuiscono l’educazione dei figli ai genitori.
Facendo la somma di questi fattori possiamo affermare che qualcosa si sta sbagliando e che noi genitori dovremmo esaminare noi stessi e cercare di non sorvolare o di evitare le nostre responsabilità.
Peccato che quel pensiero risulti abbastanza semplicistico, dato che la signora non prende neppure in esame che alcuni genitori non hanno competenze, altri sono criminali e altri ancora potrebbero far vivere i figli in stato di abbandono. Ed ovviamente è azzardato sostenere che i genitori sarebbero responsabili dei crimini compiuti dai figli, dato che non sempre basta una buona educazione per scongiurare scelte sbagliate.
Ma Secondo Roveda, quelle parole semplicistiche sarebbero "considerazioni autorevoli di una donna, una mamma e un pastore d’anime. Quando si affrontano tematiche legate alla famiglia bisogna aver l’umiltà e il coraggio di interpellare chi ha fatto della famiglia la sua ragione di vita". E pazienza se poi quella è la stessa signora che chiede allo stato di togliere i genitori ai figli sia gay e che sostiene che un genitore omofobo abbia ogni diritti di indottrinare i figli alla sua ideologia.
Non va meglio col marito, il quale sostiene che "quella sarebbe una "analisi professionale" del fenomeno che potrebbe allo stupro, nel quale viene ovviamente epurato ogni aspetto culturale e ogni fenomeno legato al desiderio di sopraffazione. Dire che si stupra se non si hanno avuti buoni genitori pare infatti molto semplicistico, anche se quelle teorie ottengono il plauso di Mirko De Carli in rappresentanza del partito di Mario Adinolfi.
Più verosimilmente, però, le teorie della signora parrebbero ispirate alla propaganda di Provita Onlus. Contro ogni forma di educazione al rispetto, la pastora Schisera sostiene che bisognerebbe dare credito alle teorie di Jacopo Coghe contro qualunque educazione alla diversità. Ciò spiegherebbe perché sostiene che bisognerebbe abolire le scuole e indottrinare i figli a pensare quello che pensano i suoi genitori:
Nell'articolo di Elia Roveda diffuso dalla pastora Schisera, si legge:
I giornali, specie quelli di Sinistra, da giorni gongolano per la possibilità che si profila già dal prossimo anno scolastico di permettere a psicologi, educatori e operatori affiliati al mondo LGBT di entrare nelle scuole per confondere i minori dicendo loro che il genere di una persona, definito come dimensione psicologica, sociale e culturale della sessualità, sarebbe separabile dal suo sesso biologico. In poche parole: non importa se sei nato maschio e ti chiami Giovanni, puoi vestirti da femmina e farti chiamare Vanessa solo perché ti va. Ovviamente migliaia di genitori hanno lanciato un grido d’aiuto e hanno chiesto, tramite l’Associazione “Pro Vita & Famiglia”, a Giorgia Meloni di mettere un argine a questa deriva omosessualista assai preoccupante.
Jacopo Coghe, portavoce di “Pro Vita & Famiglia”, ci fa sapere che “se il Governo Meloni sta predisponendo delle nuove linee guida per lo svolgimento in classe di attività inerenti la delicata sfera sessuale e affettiva dei nostri figli e nipoti, come si apprende dalla stampa, deve ricordarsi che, sui territori, la stragrande maggioranza di enti, associazioni o cosiddetti “esperti” che trattano questi temi nelle scuole lo fanno in base ad approcci ideologici e politici, diffondendo pericolose sciocchezze sulla fluidità sessuale o attacchi indiscriminati contro gli uomini in quanto tali, agenti di un inesistente patriarcato”.
Ecco, negano l'esistenza del patriarcato e poi vogliono parlare di stupri. Ed ovviamente sostengono che "le famiglie" non vogliono che i figli siano educati al rispetto attraverso programmi di contrasto al sessimo e all'omofobia:
Grande preoccupazione, dunque, nelle famiglie che non si vogliono veder esautorare dall’educazione psico-affettiva dei loro figli.
Ecco perché da “Pro Vita & Famiglia” dicono: “Auspichiamo da parte del Governo la massima prudenza e, soprattutto, il massimo coinvolgimento delle famiglie tramite l’obbligo del consenso informato preventivo per qualsiasi attività svolta in classe su questi temi”.
Peccato che citare come fonte un'organizzazione che basa il suo fatturato sull'omofobia non pare abbia senso. sarebbe come andare da un nazista a chiedergli se ha ragione Vannacci a sostenere che le persone di colore non abbiano diritto di essere italiani.