Il leghista Pillon pare un disco rotto mentre professa la sua fede in Orban
L'ex senatore leghista Simone Pillon è ormai noioso nel dire sempre le stesse cose. Sostiene che chiunque dissenta dal pensiero unico delle lobby integraliste sarebbe "sinistrato", dice che Dio varrebbe così poco da aver bisogno i essere "difeso da Orban e dalla meloni", ripete gli slogan di Gianfranco Amato volte a sostenere che senza discriminazione saremo più soli.
E se è vero che una bugia ripetuta all'infinito viene percepita come 8una verità, appare abbastanza noioso che anche oggi scriva:
Naturalmente non spiega in che modo la sua nera beniamina starebbe "difendendo" la famiglia e la natalità, dato che nel primo anno del suo mandato si è limitata ad attaccare le famiglie e a chiedere leggi che puniscano chi ha figli. E sinceramente non pare un paradiso il mondo senza diritti, fondato sulla discriminazione, che lui pare voler creare in terra.
Non stupisce poi che Pillon abbia pubblicato uno screenshot dell'articolo, senza pubblicarlo. Forse temeva che qualcuno potesse appurare che "Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso!" è uno dei passi contenuti nell’aforisma 125 de “La gaia scienza” di Friedrich Nietzsche. E naturalmente era meglio che non leggessero l'articolo, o avrebbero capito che l'Inter polemica di Pillon si basa sul nulla. infatti nell'articolo leggiamo:
Dio, dunque, è morto da tempo e verrebbe da dire meno male, se per Dio s’intende la maschera consolatrice, il feticcio che tutto spiega e tutto divide, il Dio dei musulmani, il Dio degli ebrei, il Dio dei cristiani, la bandiera da sventolare politicamente per arruffianarsi i preti e i papi, per tenere a bada i popoli, com’è avvenuto per secoli, e intanto continuare a fare i propri comodi, che nulla hanno a che vedere con il messaggio del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Anche la Patria non c’è più e verrebbe da dire meno male, se per Patria o, peggio, per Nazione s’intende il nostro recinto inaccessibile, la nostra cultura, i nostri valori, la nostra identità, la nostra razza, la nostra superiorità, la bandiera da sventolare contro chi ha un’altra Patria o, peggio, un’altra Nazione, per farci prima o poi la guerra, perché tra due che continuano stupidamente a ripetersi “prima noi”, presto o tardi, più presto che tardi, si viene alle mani, se non al lancio dei missili.
E la famiglia? Anche la famiglia non c’è più e verrebbe da dire meno male, se per famiglia s’intende il confine non valicabile, la difesa del particolare, dell’interesse, di ciò che è nostro, soltanto nostro, la difesa dell’ipocrisia e dell’ignoranza, la bandiera da sventolare contro chi ha deciso di farne un’altra, di famiglia, meno normale, minoritaria, direbbe Vannacci, ma più mista, più aperta, con colori e desideri diversi. Vattela a cercare quale sia da preferire.
A quanto pare, l'avvocato ha cercato di strumentalizzare un titolo senza entrare nel merito dei temi affrontati. D'altronde è facile dire che Orban "difenderebbe" la famiglia" perché omofobo anziché osservare che chi difenda la famiglia la "riconosce" come prevede la nostra Costituzione, senza inventarsi distinguo sui sessi o senza attaccare le famiglie che non piacciono all'estrema destra.