Il partito di Adinolfi tenta una difesa d'ufficio di Irina Osipova

Il signor Mirko De Carli accusa imprecisati giornali di aver dipinto Irina Osipova come una «puttana», anche se è appare assai più probabile che ad interessare i giornalisti sia stata la sua presenza fisica al Metropol di Mosca durante le trattative che, secondo i giudici, avrebbe avuto lo scopo di finanziare illecitamente la Lega. L'esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi tenta anche di sostenere che i giornali l'avrebbero accusata di essere «raccomandata», quando in realtà si è solo osservato che quella signora potrà ora lavorare dentro Palazzo Madama nonostante il suo passato. E così, nel mondo all'incontrario di De Carli, i fatti andrebbero così reinterpretati:

Una semplice ricerca su Google non produce risultati se si cerca chi dovrebbe sostenere che Irina Osipova sua una "raccomandata". I risultati proposti sono tutti semplici considerazioni sulla sua storia in relazione al ruolo che potrebbe rivestire:

Non va meglio se si cerca l'altro termine proposto da De Carli, dato che il motore di ricerca ci suggerisce sia stato De Carli a legare quel termine al nome della Osipova:

Quello che De Carli non dice, è che il problema non è certamente il fatto che la Osipova sia una donna. Il problema è che nel 2016 tentò di candidarsi con FdI a Roma ed oggi assunta in Senato come coadiutore parlamentare grazie ad un concorso per 60 posti, dove lei è arrivata 78a ma si è deciso di assumere gli idonei fino al 124o posto.
Ma neppure questo è il problema. Più opinabili sono le sue frequentazioni, come i neonazisti Milchakov, cofondatore della Rusich (noto per l'abitudine di portare a casa le orecchie dei nemici come trofeo) e Petrovsky, arrestato recentemente in finlandia. Oppure Andrea Palmeri, ex Forza Nuova, condannato a cinque anni per aver reclutato persone da inviare in Donbas. Ed ancora, i.l lungo elenco include anche vari membri di Lealtà Azione ed Alba Dorata.

Ciò non la rende né «puttana», né «raccomandata». Semplicemente contestualizza quanto dichiarò in in una vecchia intervista del 2016 in occasione del nostro referendum costituzionale, quando affermava che «le forze favorevoli al referendum sono le stesse che spingono per le sanzioni alla Russia, viceversa quelle schierate per il no hanno una posizione indirettamente più morbida. Il sentimento italiano per la Russia sta migliorando nettamente, grazie anche al lavoro di canali come Sputnik, che consentono agli Italiani di accedere a un'informazione alternativa, per esempio, sulla situazione in Siria, come sta raccontando i fatti la TV italiana?».
Ciò ci spiega che il problema è che abbiamo introdotto una estremista filorussa in un uno dei massimi organi dello Stato. Al Senato, la sua protetta avrà delicati ruoli di natura amministrativa e contabile, con la responsabilità di consultare le banche dati e ‘classificare’ e archiviare la corrispondenza di Palazzo. Davvero De Carli non capisce che il tema è quello?