I genitori di Matthew Shepard parlano degli attacchi repubblicani ai diritti lgbt

Matthew Shepard
I genitori di Matthew Shepard hanno rilasciato un'intervista in cui affrontano terribile situazione dei diritti LGBTQ+ negli Stati Uniti a 25 anni dall'omicidio del figlio.
La coppia afferma di aver sperato che la protezione dalla retorica contro le persone LGBTQ+ sarebbero migliorate un quarto di secolo, ma ora si rendono conto che c’è ancora molta strada da fare.
Matthew aveva solo 21 anni quando fu vittima di crimine d'odio a Laramie, nel Wyoming. Studente dell'Università, Shepard si trovava in un bar quando è stato avvicinato da Aaron McKinney e Russell Henderson. I due finsero finsero di essere gay e lo invitarono ad una festa per attirarlo fuori dal locale. Una volta isolato, hanno iniziato a picchiarlo e torturarlo brutalmente, prima di legarlo a una recinzione per lasciarlo morire.

Ancor oggi Dennis e Judy continuano a raccontare la storia del figlio in modo che “le persone capiscono che sta ancora accadendo e abbiano il potere di apportare il cambiamento”. Al momento, però, le cose non stanno andando bene, perché "vengono ancora negati i diritti fondamentali, alla comunità, e l'assoluta manifestazione esteriore di odio, di nuovo, mi fa semplicemente infuriare". Lo ha dichiarato Judy in una nuova intervista alla NBC.
I due genitori puntano il dito contro i progetti di legge trumpiani per impedire agli studenti-atleti trans di giocare in squadre sportive in linea con la loro identità di genere, limitare l'accesso dei minori trans all'assistenza sanitaria che affermi il genere, limitare la capacità degli studenti trans di effettuare la transizione sociale a scuola e introdurre divieti sui libri che includono personaggi LGBTQ+ nelle biblioteche scolastiche.
"Abbiamo pensato che avremmo avuto solo un paio, tre anni e poi saremmo passati a qualcos'altro, che tutto questo non sarebbe continuato, e abbiamo ancora lo stesso problema", ha detto Dennis. "Tutti coloro che stavano combattendo contro la comunità gay, questo è il loro ultimo sussulto [...] Sanno di aver perso la guerra, ma questa battaglia è solo l’ultimo, il più feroce attacco alla comunità… È già finita. Questo è ciò che non capiscono. Stanno combattendo una battaglia persa”.
“Dobbiamo ancora lottare più duramente adesso per mantenere ciò che abbiamo e migliorarlo per tutti in tutto il Paese e per tutte le comunità emarginate, perché stanno perseguitando tutti”, ha aggiunto Judy. “Sono così stanca di essere arrabbiata”
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